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Se il Prosecco guida le esportazioni enoiche italiane, il Cava trascina quelle spagnole, ma nel 2016 cresce solo del +0,4% a 245 milioni di bottiglie. Di cui 159 milioni all’estero, prima Do di Spagna e Metodo Classico più esportato al mondo

Italia
Il Cava traina le esportazioni del vino di Spagna

Se le bollicine del Prosecco guidano la crescita del vino italiano sui mercati esteri, quelle del Cava registrano performance decisamente diverse: nel 2016, infatti, le vendite sono cresciute appena del +0,4% sul 2015, per un totale di 245 milioni di bottiglie, divise tra consumo domestico (86 milioni di bottiglie, -0,8%) ed export (159 milioni di bottiglie, +1,1%). Una crescita modesta, ma nel periodo 2007-2016 le cose sono andate decisamente meglio, con le vendite di Cava cresciute di 20 milioni di bottiglie (+9%), trainate dai mercati di Francia, Giappone, Usa, Olanda, Svezia e Finlandia, cui hanno però da contraltare i cali di alcuni dei più importanti mercati d’Europa, “cannibalizzati” proprio dal Prosecco: Germania (-30,7%), Uk (-18%) e Svizzera (-16,3%).

“Ancora una volta, l’accento va posto sulla crescita costante dell’export nei mercati terzi che, con un incremento di 4 milioni di bottiglie, nel 2016 hanno compensato le perdite registrate sul mercato europeo (-2 milioni di bottiglie) e su quello domestico, che ha perso 700.000 bottiglie”, ha commentato Pedro Bonet, a capo della denominazione, al magazine Uk “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com). Il segmento premium, rappresentato dal Cava del Paraje, il vertice produttivo del Cava, che si produce solo da uve di piante con più di 10 anni di età, raccolte rigorosamente a mano, per una resa massima di 80 quintali per ettaro ed un periodo di affinamento, ovviamente in azienda, di almeno 36 mesi, su cui la denominazione spagnola ha puntato molto, è cresciuto leggermente di più, dello 0,66% a 29,5 milioni di bottiglie, pari al 12% di tutto il Cava venduto nel 2016, affermandosi come punto di forza in Danimarca, dove rappresenta il 40,4% di tutto il Cava venduto, Germania (31%), Svezia (33,5%), Belgio (15,4%) e Giappone (12%).

Il resto della produzione, che rappresenta l’88% delle vendite, è cresciuto invece dello 0,4%, a quota 215,6 milioni di bottiglie, e nel complesso il Belgio si conferma come primo mercato, seguito da Germania e Gran Bretagna, nonostante un calo, rispettivamente, dell’1,4%, del 14,1% e del 3,9% nel segmento del Cava tradizionale. In crescita, invece, le spedizioni negli altri sette mercati della top ten di riferimento del Cava, dagli Usa (+7,65%) alla Francia (+20,75% a 8,9 milioni di bottiglie). “Il Cava ha dimostrato - conclude Pedro Bonet - di essere un settore decisamente solido, specie nella difficile situazione economica dell’ultimo decennio, difendendo sia i posti di lavoro che la capacità produttiva della denominazione, ed oggi si conferma come prima Denominazione di Spagna per spedizioni e Metodo Classico più esportato del mondo”.

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