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L’Etna del vino continua ad attirare investimenti importanti da altri territori: sul vulcano anche la storica realtà toscana Piccini, che con Torre Mora (12 ettari vitati) arricchisce le sue Tenute Piccini, dedicate ai vini di alta gamma

L’Etna del vino continua ad attirare investimenti importanti da altri territori: tra i nomi che hanno investito sul vulcano anche la storica realtà toscana Piccini (16 milioni di bottiglie vendute, il 78% all’export, con vini distribuiti in 77 paesi e un fatturato superiore ai 60 milioni di euro), che ha acquistato la tenuta Torre Mora, con 12 ettari di vigneti, in parte a Rovittello, nel Comune di Castiglione di Sicilia, in parte in Contrada Torre, a Linguaglossa, allevati con le varietà tipiche del territorio, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Carricante.
Un investimento che si inserisce nel progetto delle Tenute Piccini, dedicate alla produzione di vini di alta gamma, nei territori tra più prestigiosi di Toscana, dal Chianti Classico (con Valiano 230 ettari di cui 70 di vigneti) a Montalcino (con Villa al Cortile, 12 ettari tutti a Brunello), fino alla Maremma (con Tenuta Moraia, 60 ettari di vigneto), ma anche in Basilicata (con Regio Cantina, a Venosa, terra di Aglianico del Vulture, con 12 ettari) e appunto in Sicilia, sull’Etna, che vanno a comporre il panorama di 400 ettari complessivi gestiti dalla famiglia Piccini.
“Ho sempre considerato il mio forte legame al territorio e alla cultura toscana un importante punto di partenza, mai un limite. Torre Mora - spiega Mario Piccini, alla guida di Piccini, quarta generazione della famiglia che guida l’azienda, www.tenutepiccini.it - fa parte di un progetto di ricerca volto a comunicare e valorizzare perle dell’enologia italiana, nel rispetto dello stile e tradizione locale. L’unicità e la complessità della realtà viticola etnea mi affascinano da anni. Questa iniziativa rappresenta per noi un’opportunità per entrare in contatto con la comunità vitivinicola locale, ponendo le basi per uno scambio di esperienze e idee legate a tradizioni così diverse”.
Un territorio, quello dell’Etna, reso grande da tante e importanti cantine siciliane che lo hanno valorizzato, come i Tasca d’Almerita, Planeta, Cusumano, Firriato (e a breve Donnafugata), senza dimenticare Benanti, Cottanera, Barone di Villagrande, Passopisciaro (Andrea Franchetti), Frank Cornellissen, Terre Nere (Marco de Grazia), Graci, Russo, Tenuta di Fessina e Pietradolce (famiglia Faro), e che continua ad essere meta dei sogni enoici di tanti produttori del Belpaese.

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