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Si allunga la storia del rapporto tra Inghilterra e nettare di Bacco: scoperti nel Devon frammenti di anfore usate per il trasporto di vino, che testimoniano una diffusione più ampia e meno elitaria del consumo enoico nella Britannia di epoca romana

La scoperta di reperti archeologici non cessa di riscrivere la storia del rapporto tra le popolazioni antiche e il nettare di Bacco, quasi sempre verso tempi sempre più remoti: dopo la recente scoperta di un tornio da vino del 900 a.C. in Sardegna (https://goo.gl/PRF9fc), arrivano dalla Gran Bretagna notizie che spingono indietro di quasi quattro secoli la presenza, e il consumo, di vino nell’Inghilterra dei tempi precristiani. Secondo quanto riportato, tra gli altri, dalla Bbc (www.bbc.co.uk), un team di archeologi capitanato dal Professor Stephen Rippon, dell’Università dell’Exeter, ha infatti scoperto frammenti di anfore - quasi certamente utilizzate per il trasporto di vino e olio - ad Ipplepen, un villaggio celtico nell’Inghilterra sudoccidentale.
La scoperta, secondo quanto dichiarato dal Professor Rippon, dimostra che la presenza di vino e olio romani oltremanica risale a ben prima della “canonica” seconda metà del I secolo a.C., quando l’Imperatore Claudio invase in forze l’isola, e per l’esattezza a quasi quattro secoli più indietro: inoltre, la presenza di tali reperti nell’area, più ad occidente rispetto alle aree considerate tradizionalmente frequentate dai commercianti e dalle truppe di Roma, corrobora l’ipotesi che sia i commerci con il continente che il consumo stesso di vino fossero ben più estesi e diffusi di quanto precedentemente creduto. Certo, non è possibile escludere a priori che le anfore ritrovate fossero state utilizzate come “doni” di poco conto, e quindi prive del loro contenuto, nei confronti delle popolazioni indigene, come avveniva in altre aree di confine della sfera di influenza romana come la Danimarca o la Germania, ma quest’ultima ipotesi viene indebolita dal fatto che, così come l’Inghilterra sudorientale, anche quella sudoccidentale era abitata al tempo da popoli che avevano legami commerciali ben documentati con il continente europeo. Nello specifico, i Dumnoni, che grazie alla presenza di miniere di stagno nella loro terra natale godevano di fiorenti rapporti commerciali con le terre d’oltremanica dal sesto secolo avanti Cristo: inoltre, la scoperta di monete cartaginesi all’interno di siti archeologici nell’area dà il destro all’ipotesi che persino il popolo di Didone, che della produzione di vino faceva una delle architravi della sua estesissima attività commerciale, fosse in contatto con gli antenati degli attuali abitanti della contea di Devon.

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