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“Vino, è il luogo che conta”: la “Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin”, patto tra le denominazioni top del vino mondiale (Chianti Classico l’unica italiana), a quota 23 con l’ingresso di British Columbia, McLaren Valley e Texas

Italia
23 territori del mondo nella Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin, Chianti Classico il solo italiano, e a Vinexpo 3 nuovi ingressi con British Columbia (Canada), McLaren Valley (Australia) e Texas (Usa)

Un grande vigneto diffuso in tutto il mondo, profondamente ed intimamente legato ai suoi territori, nel segno della tutela e della valorizzazione delle origini dei vini e delle uve: ecco la “Joint Declaration to Protect Wine Place & Origin” (http://origins.wine/declaration), un patto tra alcune delle più importanti denominazioni del vino mondiale, che con l’ingresso, sancito a Vinexpo, di British Columbia (Canada), McLaren Valley (Australia) e Texas (Usa), diventano 23, con il Chianti Classico unica denominazione italiana in un squadra di cui fanno parte le fondatrici Napa Valley e Champagne, ma anche Bordeaux e Borgogna in Francia, Tokaj in Ungheria, Jerez e Rioja in Spagna, Douro & Porto in Portogallo, Sonoma County, Willamette Valley, Walla Walla Valley, Napa Valley, Washington State Wine, Long Island, Santa Barbara, Oregon e Paso Robles negli Usa, e Barossa, Wine Victoria e Western Australia dal continente australe.

“When it comes to wine, location matters”, ovvero quando si parla di vino, è il luogo che conta”, recita lo slogan dell’associazione, che ne spiega il senso.

“La continua crescita della nostra alleanza mondiale sottolinea la crescente attenzione alla protezione delle denominazioni di origine, e la richiesta di una etichettatura chiara e corretta”, ha detto il co-presidente del Comité Champange Jean-Marie Baillère. “I consumatori hanno diritto di sapere che le informazioni che trovano in etichetta rispecchiano le origini del vino che stanno comprando. Siamo competitor nei mercati, ma siamo tutti d’accorto che la protezione del nome è essenziale per assicurare l’autenticità dei prodotti che condividiamo con i consumatori”.
Dal 2005, quando la “Declaration” è stata firmata, è cresciuta l’attenzione sulla protezione dei nomi dei territori d’origine, sia sulle etichette che on line. Per esempio, nel gennaio 2016, la Declaration ha firmato un accordo con il registra americano Donuts, che ha lanciato i domini .wine e .vin, per garantire attenzione e protezioni affinchè queste estensioni non vengano utilizzate per confondere i consumatori.Una delle tante battaglie della “Declaration”, sempre più importanti in un mondo che cambia, e dove il sistema europeo della tutela delle denominazioni, basato sulle indicazioni geografiche, si scontra sempre di più con un modello anglo-americano che dà più importanza ai marchi registrati. Ma quando si tratta di vino, non c’è niente di più importante dell’origine, quell’insieme costituito da territorio, vitigno, forme di coltivazione e clima.

Focus - Il testo della Declaration ...
Dichiarazione congiunta per la protezione del luogo e dell’origine del vino
Dato che è universalmente riconosciuto che sulla terra esistono pochi luoghi veramente straordinari dai quali vengono prodotti grandi vini;
dato che i nomi di questi luoghi vengono stampati sulle etichette, a fianco ai nomi dei produttori, per identificare l’origine del vino stesso;
dato che il vino, più di ogni altra bevanda, ha un valore basato sulla sua associazione con il luogo di origine - e per ottime ragioni;
dato che, ancora prima che la tecnologia moderna ci permettesse di abbinare specifiche definizioni ai suoli, al terreno e ai climi di rilevanti regioni vinicole, i viticoltori erano stati attratti da questi luoghi speciali;
dato che i nomi di questi luoghi sono familiari e sinonimi di qualità;
dato che, rispettosamente, ribadiamo che il luogo di produzione del vino gioca un ruolo molto importante nel processo di selezione da parte del cliente;
dato che siamo inoltre uniti nella nostra convinzione che il nome geografico delle regioni vinicole costituisca il solo diritto di nascita delle uve che vi sono coltivate, e quando questi nomi di luogo appaiono sui vini che non contengono frutta di quelle regioni perdono la loro integrità e la loro rilevanza, diventando vuote parole:
venga deliberato pertanto che noi, in qualità di alcune delle regioni vinicole di punta a livello mondiale, facciamo gruppo coeso nel sostenere gli sforzi per preservare e proteggere l’integrità di questi nostri toponimi, strumenti fondamentali per l’identificazione da parte del consumatore delle grandi regioni produttrici di vino e dei vini che producono.

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