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Nasce Cusumano Masterpieces, il progetto della griffe siciliana a sostegno dell’arte per raccontare al mondo la Sicilia e la sicilianità. È solo l’ultima delle cantine dell’isola che producono cultura e promuovono il patrimonio italiano investendoci

Promuovere gli artisti e valorizzare i loro capolavori, consolidando il rapporto che da anni lega l’azienda all’arte con un “ramo” dedicato alle forme di sponsorship e committenza di opere, mostre ed eventi culturali: ecco Cusumano Masterpieces, nuova avventura della griffe guidata da Diego e Alberto Cusumano “per comunicare la nostra azienda, la Sicilia e la sicilianità con il linguaggio evocatorio e immediato dell’arte, perché è quello che più si avvicina alla nostra filosofia di artigianalità e rispetto della natura, catturando le eccellenze dell’isola e valicandone i confini per portarle nel contesto italiano e internazionale”. Ma è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle case history raccontate da WineNews delle cantine siciliane che producono cultura e promuovono il patrimonio culturale italiano, investendoci. Tra i progetti, prosegue “Settesoli Sostiene Selinunte”, la grande campagna di raccolta fondi promossa da Cantine Settesoli per la salvaguardia e lo sviluppo turistico del più grande Parco archeologico d’Europa che fa da sfondo ai suoi vigneti, e che, ad oggi ha permesso di raccogliere 120.000 euro destinati all’illuminazione scenografica delle mura a picco sul mare (con la vendita in gdo dei vini, attraverso l’art bonus; a bordo del progetto sono saliti anche due nuovi e importanti partner, Unicredit e Italo, e al fundrising è dedicato il website www.settesolisostieneselinunte.it).
Tra i primi e più importanti progetti c’è “Viaggio in Sicilia - Progetto per l’Arte e il Territorio” con il quale Planeta produce arte, attraverso una residenza d’artista collettiva e itinerante che porta gruppi di artisti a raccontare la vendemmia nelle Tenute dislocate su tutta l’isola, da Menfi a Sambuca di Sicilia, da Noto e Vittoria fin all’Etna, valorizzando i luoghi e la cultura di Sicilia. Il risultato dell’edizione n. 7 è la mostra “Viaggio in Sicilia 7. Mappe e miti del Mediterraneo”, che sarà inaugurata il 30 giugno in partnership con il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas di Palermo (per il quale le opere sono state pensate in dialogo con i reperti archeologici), nell’“Estate Planeta”, un calendario di eventi nelle Tenute della griffe che vanno dallo Sciaranuova Festival, il Teatro in Vigna che per la prima volta quest’anno firmerà una sua produzione teatrale, oltre a promuovere una scuola per attori, al Festival musicale “Santa Cecilia in Musica”.
Sensibile alla fragilità dell’ecosistema unico dell’isola di Mozia, Riserva naturale e archeologica tutelata dalla Soprintendenza ai beni culturali, circondata dalle bianche saline, dove si produce vino fin dai fenici e nell’Ottocento il commerciante inglese Joseph Whitaker vi piantò la vite per produrre il Marsala, ci si muove solo a piedi (con una barca a fondo piatto unica via “autorizzata all’attracco”) e non c’è luce, l’artista toscana Maria Cristina Finucci celebre per le installazioni realizzate con ciò che il mare porta a riva, ha realizzato la scritta illuminata “Help, L’Età della Plastica”, assemblando manualmente 5 milioni di tappi usati. Lo ha fatto accanto ai poco più 11 ettari di vigneto dove Tasca d’Almerita, da un decennio, continua la sua “missione” di produrre Grillo a marchio Tasca-Whitaker, rilasciando una royalty dalle vendite alla Fondazione Whitaker, proprietaria dell’isola, cui, finora, sono stati donati oltre 300.000 euro, progettando di far rinascere le strutture di Mozia per far rivivere la vita come ai tempi del Whitaker, tra gli scavi archeologici e le ricchezze naturali e botaniche.
Anche Donnafugata custodisce e promuove la cultura del suo territorio: lo fa, e non poteva essere altrimenti, traendo spunto dalla letteratura, che la lega al romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, omaggiandone opere e personaggi nei nomi dei vini (tutti con etichetta d’artista), ma anche sostenendo il Premio Letterario Tomasi di Lampedusa. Quindi l’archeologia, con il supporto alla Scuola Normale di Pisa negli scavi dell’antica città di Anthìlia (il vino bianco della griffe più bevuto nel mondo, ndr) tra i vigneti di Contessa Entellina, ed il sostegno al Premio Giuseppe Nenci dedicato al grande archeologo. Da ultimo, il finanziamento al restauro della quattrocentesca Madonna con Bambino del Museo Pepoli di Trapani, ed il supporto al Museo degli Arazzi fiamminghi di Marsala. Senza dimenticare la produzione musicale, con una voce d’eccezione: quella di José Rallo alla guida della cantina con il fratello Antonio.
A promuovere il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, perla del patrimonio italiano, è anche la Cva Canicattì, che vi ha fatto rinascere il vino “Diodoros” nel vigneto ai piedi del Tempio di Giunone, donando le royalties della vendita delle bottiglie all’Ente Parco, cui il Ministero dei Beni Culturali ha attribuito il premio Paesaggio Italiano per il progetto “Agri Gentium: landscape regeneration”. Anche l’Archivio Whitaker, tutelato dalla Soprintendenza Archivistica della Sicilia, che contiene la corrispondenza commerciale di Benjamin Ingham che ricostruisce le rotte e la storia degli scambi commerciali tra la Sicilia e il resto del mondo nel XIX secolo, rappresenta un patrimonio importante per la storia dell’isola, di cui si prendono cura le Cantine Pellegrino di Marsala (accanto ad una collezione di carretti siciliani e all’aver patrocinato il recupero della nave punica di Mothia).

Tutti esempi di quello il vino può fare per la cultura italiana, e il “messaggio in bottiglia” che la Sicilia manda al mondo, guardando verso Palermo Capitale italiana della Cultura 2018.

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