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A tre anni dal suo esordio, Vinitaly International Academy sbarca a settembre in terra cinese (Pechino e Shanghai) per diffondere la conoscenza del multiforme e variegato mondo del nettare di Bacco italiano tramite i “VIA Certification Courses”

Dopo l’America, la Cina: il pianeta Vinitaly International Academy by Vinitaly International, capitanato dal wine communicator Ian D’Agata, farà seguito al suo primo corso estero di certificazione a New York (26-30 giugno) con due tappe in terra cinese, a Pechino e Shanghai (10-14 e 17-21 settembre, www.vinitalyinternational.com).
Il gigante asiatico è una destinazione fondamentale, in prospettiva, per il vino italiano: secondo i dati delle dogane cinesi, nel 2016 le importazioni dall’Italia sono cresciute del 14,15% in volume, a 25,7 milioni di litri, e del 39,17% in valore, a quota 114 milioni di Dollari, ma rimane il fatto che la quota di mercato dell’Italia enoica è ancora ridottissima rispetto al suo potenziale, essendo solo quinta nella classifica dei principali paesi importatori dopo Francia, Australia, Spagna e Cile. In quest’ottica Vinitaly International ha recentemente messo a segno un’importante partnership con 1919.com, il terzo distributore di vino on line in Cina (dopo Tmall di Alibaba e JD), che conta anche oltre 1.000 “Virtual Store”, ovvero punti di ritiro fisici in oltre 500 città di tutto il Paese, divenendone “official educational partner”.
Nei suoi primi tre anni di vita, l’ente ha certificato come ambasciatori e/o esperti di vino italiano ben 86 professionisti provenienti da 18 nazioni diverse come conseguenza di appositi esami, dando ai partecipanti una conoscenza organica e profonda del multiforme universo del nettare di bacco tricolore, e fornirà agli operatori del settore in Cina la possibilità di approfondire la loro conoscenza, divenendo “Italian Wine Ambassadors” o, a un livello superiore di certificazione, “Italian Wine Experts”.
Il programma didattico della Academy si focalizzerà su vini quanto più rappresentativi possibile delle varietà con le quali vengono prodotti e di non facile reperibilità fuori dai confini nazionali, per un Paese che può vantare più di 370 vitigni autoctoni.

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