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I numeri della giovane Doc Maremma destinati ad uno sviluppo tendenziale in dimensione e qualità: a “Maremmachevini”, vini mediterranei, che sanno cogliere la generosità della terra dove nascono con carattere e originalità, nella top 10 di WineNews

Italia
A “Maremmachevini” i numeri della giovane Doc Maremma destinati ad uno sviluppo tendenziale in dimensione e qualità

242 aziende associate, di cui 174 viticoltori (per la maggior parte conferenti di uve a cantine cooperative), 1 imbottigliatore e 67 aziende “verticali”, cioè che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini, 8.500 gli ettari coltivati a vigneto: sono i numeri del giovane Consorzio Doc Maremma, sul mercato dal 2014, e che nello spazio di un triennio scarso è passato da 800.000 bottiglie agli attuali 5,5 milioni. Una crescita probabilmente destinata a continuare e che potrebbe giungere nel prossimo quinquennio al traguarda dei 10 milioni di bottiglia. Una denominazione, la Doc Maremma, che abbraccia tutta la provincia di Grosseto, dalla costa alle colline delle zone di produzione del Montecucco e del Morellino, fino a lambire i confini con il Lazio, caratterizzata da suoli vulcanici a est del fiume Fiora, nel comprensorio di Pitigliano e Sorano; formazioni prevalentemente marnose sui rilievi collinari tra il Fiora e l’Ombrone; suoli argilloso-limosi nell’Alta Maremma, sui rilievi costieri di bassa collina e sulla piana alluvionale.
Una denominazione che, prima di tutto, offre vini che “sentono” l’influenza del mare e che, soprattutto, declinano uvaggi internazionali (dal Cabernet Sauvignon, che resta la seconda varietà più coltivata dopo il Sangiovese, al Cabernet Franc, dal Merlot al Syrah dal Viognier al Sauvignon, dallo Chardonnay al Petit Verdot, per citare i più diffusi), non dimenticando però le uve tradizionali (dal Ciliegiolo al Canaiolo, naturalmente passando per il Sangiovese, dal Vermentino al Trebbiano, dall’Ansonica alla Malvasia, dal Grechetto al Pugnitello e all’Aleatico) e qualche “chicca” capace di riconfermare il legame con il Mediterraneo enoico (è il caso del Grenache, Cannonau in Sardegna e Uva Spagna in Maremma). Una denominazione capace da subito di proporsi come “contenitore” d’eccellenza della produzione enoica dell’intero territorio, con una denominazione, il Monteregio di Massa Marittima, forse destinata alla scomparsa e due denominazioni “forti”, il Montecucco e il Morellino, che potrebbero rappresentare le “sottozone” di punta della Maremma enoica. Tutto questo è implicito, ma anche palese, negli assaggi di “Maremmachevini”, siamo all’edizione n. 3, by Consorzio dei Vini Doc Maremma (www.consorziovinimaremma.it), rivolta alla presentazione e alla conoscenza di queste etichette (41 produttori in assaggio) nel proprio territorio ma non solo, di scena ieri ed oggi a Castiglione della Pescaia.
Decisamente di grande levatura il Sangiovese “Carandelle” 2015 del Podere San Cristoforo, un rosso dai profumi ariosi e intriganti e dal gusto goloso, caratterizzato da un nota ferrosa sul finale di bella personalità. Resta un vino di carattere e spiccata personalità il Masca 2015 di Roccapesta, da uve Sangiovese, Syrah e Petit Verdot. Dal sorso bilanciato e tendenzialmente sapido il Rosso Ribelle 2014 di Val di Toro, Sangiovese in purezza. Piacevolmente profumato e di buon ritmo gustativo Il Ciliegiolo 2015 di Val delle Rose, la tenuta maremmana della famiglia Cecchi. Profuma di ciliegia fresca e spezie Spirito Libero Rosso 2015 della Tenuta Casteani, Sangiovese in purezza dal sorso lineare e continuo. Si conferma rosso succoso e ben fatto il Tirreno 2014 di Belguardo (famiglia Mazzei), Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Alicante e Petit Verdot. Potente e solare il Vedetta 2013 de La Cura, rosso dagli aromi speziati ottenuto da Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Godibile nella sua progressione gustativa ritmata il Rosso Acquagiusta 2015 della Tenuta La Badiola (Gruppo Moretti), da uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Convincente e non privo di carattere il Brissaia 2016 della Fattoria di Magliano, bianco sapido da uve Ansonica. Fresco e ritmato ma anche sostanzioso il bianco Vivaia 2016 della Fattoria Le Mortelle (Famiglia Antinori), blend di Vermentino, Viognier e Ansonica.

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