Revoluciòn in Rioja: il nuovo disciplinare della denominazione più importante di Spagna riconosce i cru (“viñedos singulares”) in etichetta. Ma la vera novità è l’apertura agli spumanti, rigorosamente metodo classico, sia bianco che rosé

La Rioja, la più importante delle denominazioni enoiche di Spagna, avrà i suoi cru, riconosciuti ufficialmente dal nuovo disciplinare che, altra novità non da poco, permetterà e riconoscerà la produzione di spumanti sia bianchi che rosé. Una vera e propria rivoluzione, approvata in via definitiva dal Consejo Regulador della Doc, che riconosce così i “viñedos singulares”.
Un modo sia per dare una riposta puntuale alle richieste del mercato, che non si accontenta più di conoscere il territorio di produzione di un vino, ma vuole sapere con esattezza la zona o meglio ancora la sotto zona di origine, che per permettere ai produttori di valorizzare le proprie singolarità produttive. Alla base della piramide produttiva, comunque, rimangono le quattro categorie storiche, Rioja-Joven, Crianza, Reserva e Gran Reserva, affiancate proprio dalle menzioni geografiche.
Ma come verranno individuati i “viñedos singulares”? Innanzitutto, riguarderà solo per i vigneti con più di 35 anni, che per disciplinare avranno una resa inferiore del 20% al resto della Doc, e dovranno essere individuati e delimitati da uno studio tecnico. Inoltre, nei “viñedos singulares” sarà permessa solo la raccolta manuale, e le uve saranno sottoposte ad un percorso di tracciabilità ancora più stringente, oltre che ad una valutazione, da parte del Consejo Regulador, sul prodotto finale, che dovrà essere “eccellente”.
Sempre incontro al mercato va la decisione di permettere la produzione di spumanti, rigorosamente secondo il metodo tradizionale, che andranno a completare la gamma produttiva della Rioja. Sarà permesso l’utilizzo di tutte le varietà coltivate nella Regione, dovrà avere tra gli 11 ed i 13 gradi ed il periodo di affinamento sui lieviti minimo sarà di 15 mesi, che diventano 36 per l’alto di gamma.