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Ocm Vino Promozione: le Regioni in ordine sparso, ma lo schema di decreto presentato dal Ministero delle Politiche Agricole lascia quasi tutti insoddisfatti. In ballo la quota nazionale del biennio 2017-2018. L’8 giugno la Conferenza Stato-Regioni

Italia

La questione dell’Ocm Vino Promozione si fa sempre più ingarbugliata: lo schema del nuovo decreto (di cui WineNews ha scritto abbondantemente qui https://goo.gl/Nq0ASY) è arrivato ieri al comitato tecnico degli Assessori all’Agricoltura delle Regioni, raccogliendo più dissensi che consensi. Sul piede di guerra, come riporta l’agenzia di stampa “Il Velino”, e come confermato dai rumors raccolti dalla stessa WineNews, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lazio, Marche, Toscana, Sicilia, Abruzzo, Liguria, Valle D’Aosta e le Province autonome di Trento e di Bolzano, ossia la stragrande maggioranza del mondo enoico italiano.

Un mondo però diviso sulle motivazioni alla base della rottura. Se la Toscana, senza tanti giri di parole, è pronta a chiedere qualcosa di difficilmente applicabile in termini pratici, ossia che la ripartizione dei 30,5 milioni di euro sia gestito direttamente dalle Regioni, escludendo quindi il Ministero delle Politiche Agricole, il Veneto ritiene che la bozza del Ministero contenga “previsioni che impattano notevolmente sul piano finanziario - come spiega il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia - gestionale e sul sistema di filiera regionale con rilevanza assai importante”. Veneto che, inoltre, “non concorda con la mancata partecipazione finanziaria della quota nazionale ai progetti multiregionali, trattandosi di azioni comunque coinvolgenti più territori e, per denominazioni e aziende coinvolte, rappresentativi del sistema italiano di produzione”. E la Regione guidata da Zaia nutre anche “seri dubbi sulla gestione della domande ammesse secondo il sistema, che comporta, come definito nella bozza, la ridefinizione del progetto approvato, vanificando così l’azione di valutazione fatta per l’ammissibilità e esponendo il sistema alle critiche della Commissione in termine di efficacia della misura”.

Stando così le cose, è assai difficile immaginare che la bozza del decreto, l’8 giugno in Conferenza Stato Regioni, possa ricevere il via libera degli Assessori Regionali, ma è ancor più improbabile che il fronte ampio delle Regioni critiche verso il Ministero delle Politiche trovi una posizione comune, l’unica strada attraverso la quale potersi trovare in una reale posizione di forza. E allora, quali scenari si aprono? Essenzialmente due: o il Ministero delle Politiche Agricole trova l’accordo con le Regioni meno riottose, o la Conferenza Stato Regioni darà parere negativo. Che, è bene ricordarlo, non sarà comunque vincolante, per cui il dicastero delle Politiche Agricole potrà decidere comunque di andare avanti sulla strada tracciata, in aperto contrasto con le Regioni. Del resto, che la volontà sia quella di tirare dritto è emerso già qualche settimana fa, quando i rilievi delle associazioni di categoria rimasero essenzialmente inascoltate.

Importante, a questo punto, diventano i tempi, perché l’iter del disegno di legge che regolerà i finanziamenti dell’Ocm Promozione viaggia già in netto ritardo, ed ulteriori rallentamenti rischiano di mettere in serio pericolo i fondi per il 2017, o almeno la quota nazionale. Uno scenario che non si augura nessuno, specie in attesa del pronunciamento del Tar sulla quota nazionale dei fondi 2016-2017, per i quali in realtà nessuno nutre grandi speranze. Sono tanti i fondi in ballo, 101,9 milioni di euro, e la quota nazionale, esattamente come per l’anno precedente, ammonta a 30 milioni di euro, risorse fondamentali per la crescita del vino italiano all’estero, e quindi da redistribuire al meglio, nell’interesse delle aziende, dei territori e delle denominazioni.

Focus - Lo schema di decreto dell’Ocm Vino Promozione 2017-2018

Ad ora, si legge nel testo, possono accedere alla misura le organizzazioni professionali che abbiano tra i loro scopi la promozione di prodotti agricole, le organizzazioni di produttori di vino, le associazioni di produttori, le organizzazioni interprofessionali, i consorzi di tutela, i soggetti pubblici con comprovata esperienza nel settore del vino e della promozione dei prodotti agricoli (ma non contribuiscono con propri apporti finanziari e non possono essere il solo beneficiario), le Ati e le reti di imprese.

Inoltre, si legge al comma 3 dell’articolo 3, “i soggetti proponenti hanno adeguata disponibilità di prodotti oggetto di promozione in termini di quantità, al fine di rispondere alla domanda del mercato a lungo termine. Nell’invito predisposto dal Ministero sono specificati parametri e valori di produzione, declinati secondo classi di ammissibilità”.

Prodotti oggetto di promozione possono essere vini Dop e Igp, spumanti di qualità, anche aromatici, e vini con l’indicazione della varietà (ma non in maniera esclusiva). I progetti presentati potranno essere “nazionali” (ovvero a valere sulla quota nazionale dei fondi disponibili - sui 30 milioni di euro dei 100 a disposizione dell’Italia - e la domanda di contributo può essere presentata da soggetti proponenti che hanno sede operativa il almeno 3 Regioni), “multiregionali” (presentati da soggetti con sede operativa in almeno due regioni, e saranno finanziati con i fondi regionali) e “regionali”.
Al solito, saranno finanziabili azioni come relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, partecipazioni a fiere e manifestazioni “di importanza internazionale”, campagne di informazione sul sistema delle Dop e delle Igp e sulla produzione biologia, ma anche studi per valutare i risultati di azioni di informazione e promozione (con un spesa massima del 3% sul totale del progetto presentato). Tra le cause di esclusione dei soggetti proponenti, tra le altre, la richiesta di un contributo complessivo superiore ai 3 milioni di euro (ma le Regioni potranno decidere per limiti diversi), o la presentazione di più di un progetto per lo stesso Paese o mercato del Paese Terzo, anche in caso di progetti pluriennali in corso. Inoltre, per i progetti a valere sulla quota nazionale, il contributo minimo ammissibile non può essere inferiore a 100.000 euro per Paese terzo, e inferiore a 200.000 se l’obiettivo è un solo Paese terzo.

I criteri di priorità, ad ora, sono la novità del soggetto proponente (per nuovi beneficiari si intendono soggetti che non hanno ottenuto finanziamenti nel periodo di programmazione 2014-2018, e in caso di progetto che aggrega più imprese, il requisito deve essere posseduto da tutti i partecipanti), la forte componente aggregativa di piccole e micro imprese, la richiesta di contributo pubblico inferiore al 50% massimo, il fatto che il soggetto proponente produca e commercializzi prevalentemente vini di propria produzione, che il progetto sia rivolto ad un nuovo Paese o nuovo mercato del Paese Terzo, la prevalenza di vini Dop o Igp, o che il progetto riguardi una particolare tipologia riconosciuta di prodotto o denominazione di origine, sia rivolto ad un mercato emergente, e presenti in prevalenza azioni di diretto contatto con i destinatari. Per la graduatoria, la valutazione sarà in centesimi, e ad ogni criterio sarà assegnato un punteggio massimo da 1 a 20.

Saranno ammessi a contributo tutti i progetti che riceveranno un punteggio pari o superiore a 50, e i “comitati di valutazione”, istituiti presso ciascuna autorità competente, indicheranno l’importo del contributo ammissibile. A quel punto, i soggetti proponenti avranno sette giorni di tempo per decidere se accettare o meno il contributo. Come anticipato nei mesi scorsi, se la richiesta di contributo supererà il plafond, si procederà con un taglio proporzionale pro rata per tutti. E in quel caso, il soggetto proponete ammesso a finanziamento potrà presentare una rimodulazione dell’importo complessivo del progetto.

Tra la altre cose, l’entrata in vigore del decreto, abrogherà l’efficacia di quello 32072 del 18 parile 2016 (e successive modifiche), ovvero quello sulla campagna 2016-2017, sulla quale si attendono ancora le sentenze del Tar sui ricorsi presentati da diversi soggetti.

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