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Accordo fra Unione Europea e Cina sulle Indicazioni Geografiche: l’Italia è leader con 26 Ig riconosciute tra le 100 totali europee. Per Aicig un risultato importantissimo, per un mercato che ad oggi riguarda 3.300 Ig europee e vale 54,3 miliardi

Unione Europea e Cina hanno pubblicato formalmente un elenco di 200 Indicazioni Geografiche - 100 europee e altrettante cinesi - che potranno essere considerate “protette” reciprocamente attraverso un accordo bilaterale, che sarà firmato nel 2017. Una pubblicazione, quella dell’elenco, redatto nel Summit Unione Europea - Cina, in cui emerge il primato italiano con ben 26 Ig presenti, che facilita la protezione dei prodotti citati da imitazioni e usurpazioni e che intende essere un accordo dai reciproci vantaggi commerciali perché si pone come obiettivo l’aumento della consapevolezza dei consumatori nonché l’aumento della domanda di prodotti di alta qualità di entrambe le parti. Ad oggi le Indicazioni Geografiche registrate in Europa sono oltre 3.300 e sempre nell’Ue sono protetti anche altri 1.250 nomi non comunitari, soprattutto grazie a accordi bilaterali come quello con la Cina. In termini di valore, il mercato delle indicazioni geografiche dell’UE ammonta a circa 54,3 miliardi di euro e insieme costituiscono il 15% delle esportazioni totali di prodotti alimentari e delle bevande.
Duecento, quindi, le Ig citate nel documento pubblicato il 2 giugno, di cui ben 26 italiane, che può vantare il primato di Paese con il numero più elevato di Indicazioni a cui viene riconosciuta la protezione internazionale: Aceto Balsamico di Modena, Asiago, Asti, Barbaresco, Bardolino Superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Bresaola della Valtellina, Brunello di Montalcino, Chianti, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Gorgonzola, Grana Padano, Grappa, Montepulciano d’Abruzzo, Mozzarella di bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Parma, Prosciutto San Daniele, Soave, Taleggio, Toscano, Nobile di Montepulciano. Con il rafforzamento di questo accordo bilaterale di cooperazione fra Cine ed Ue, si và a tutelare l’importante flusso di importazioni di prodotti agroalimentari europei che raggiungono ogni anno la Cina: una buona notizia per i produttori europei dal momento che quello dell’agroalimentare cinese è uno dei mercati più grandi al mondo, con prospettive di ulteriore crescita grazie ai gusti della nuova classe media che sceglie sempre più spesso di consumare prodotti alimentari europei.
L’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (www.aicig.it) enfatizza l’importanza di questo accordo per i prodotti italiani attraverso le parole del Segretario Leo Bertozzi, che ha spiegato come quello odierno sia “un risultato importantissimo che origina nel 2012 con il riconoscimento di un primo gruppo di 10 Indicazioni Geografiche europeee e altrettante cinesi. Questo risultato è foriero di tre interessanti assunti: dimostra l’importanza delle Indicazioni Geografiche a livello internazionale, apre le porte ad un ulteriore ampliamento del gruppo di 100 Ig anche ad altre Denominazioni in futuro e soprattutto smentisce l’azione del Consortium for Common Food Names fondato negli Stati Uniti, nato per opporsi alla tutela delle denominazioni registrate nell’Ue e, quindi, agente in direzione contraria alla Cina, che sta invece portando avanti una seria politica di riconoscimento delle Ig europee”.

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