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Ocm vino promozione 2017-2018, c’è lo schema del nuovo decreto. Tempi strettissimi: il 5 giugno riunione tecnica per inserirlo in Conferenza Stato-Regioni dell’8 giugno. Priorità a nuovi soggetti proponenti e aggregazioni di piccole e micro imprese

Italia
Ocm vino promozione 2017 e 2018, c’è lo schema del nuovo decreto

Ocm vino promozione 2017-2018, qualcosa si muove. Il Ministero delle Politiche Agricole, riporta l’agenzia di stampa “Il Velino”, ha inviato alla Conferenza Stato Regioni, lo “Schema di decreto recante Ocm Vino - Modalità attuative della misura “Promozione sui mercati dei Paesi Terzi”, convocando una riunione tecnica per il 5 giugno, “considerata l’urgenza del provvedimento in oggetto”, per “verificare la possibilità di una sua immediata iscrizione alla seduta della Conferenza Stato Regioni dell’8 giugno prossimo”. Di fatto, quindi, le Regioni hanno solo la giornata di oggi e di domani per analizzare il testo, se si considera che il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica. Dalle prime reazioni raccolte da WineNews, però, emerge che in buona sostanza le indicazioni della filiera su diversi punti, di fatto, non sembrano essere state prese in considerazione dal Ministero, e inoltre i dirigenti delle Regioni sarebbero sul piede di guerra anche per i tempi strettissimi ora chiesti per l’iter amministrativo. In ogni caso, ad ora, si legge nel testo, possono accedere alla misura le organizzazioni professionali che abbiano tra i loro scopi la promozione di prodotti agricole, le organizzazioni di produttori di vino, le associazioni di produttori, le organizzazioni interprofessionali, i consorzi di tutela, i soggetti pubblici con comprovata esperienza nel settore del vino e della promozione dei prodotti agricoli (ma non contribuiscono con propri apporti finanziari e non possono essere il solo beneficiario), le Ati e le reti di imprese.
Inoltre, si legge al comma 3 dell’articolo 3, “i soggetti proponenti hanno adeguata disponibilità di prodotti oggetto di promozione in termini di quantità, al fine di rispondere alla domanda del mercato a lungo termine. Nell’invito predisposto dal Ministero sono specificati parametri e valori di produzione, declinati secondo classi di ammissibilità”.
Prodotti oggetto di promozione possono essere vini Dop e Igp, spumanti di qualità, anche aromatici, e vini con l’indicazione della varietà (ma non in maniera esclusiva). I progetti presentati potranno essere “nazionali” (ovvero a valere sulla quota nazionale dei fondi disponibili - sui 30 milioni di euro dei 100 a disposizione dell’Italia - e la domanda di contributo può essere presentata da soggetti proponenti che hanno sede operativa il almeno 3 Regioni), “multiregionali” (presentati da soggetti con sede operativa in almeno due regioni, e saranno finanziati con i fondi regionali) e “regionali”.
Al solito, saranno finanziabili azioni come relazioni pubbliche, promozione e pubblicità, partecipazioni a fiere e manifestazioni “di importanza internazionale”, campagne di informazione sul sistema delle Dop e delle Igp e sulla produzione biologia, ma anche studi per valutare i risultati di azioni di informazione e promozione (con un spesa massima del 3% sul totale del progetto presentato). Tra le cause di esclusione dei soggetti proponenti, tra le altre, la richiesta di un contributo complessivo superiore ai 3 milioni di euro (ma le Regioni potranno decidere per limiti diversi), o la presentazione di più di un progetto per lo stesso Paese o mercato del Paese Terzo, anche in caso di progetti pluriennali in corso. Inoltre, per i progetti a valere sulla quota nazionale, il contributo minimo ammissibile non può essere inferiore a 100.000 euro per Paese terzo, e inferiore a 200.000 se l’obiettivo è un solo Paese terzo.
I criteri di priorità, ad ora, sono la novità del soggetto proponente (per nuovi beneficiari si intendono soggetti che non hanno ottenuto finanziamenti nel periodo di programmazione 2014-2018, e in caso di progetto che aggrega più imprese, il requisito deve essere posseduto da tutti i partecipanti), la forte componente aggregativa di piccole e micro imprese, la richiesta di contributo pubblico inferiore al 50% massimo, il fatto che il soggetto proponente produca e commercializzi prevalentemente vini di propria produzione, che il progetto sia rivolto ad un nuovo Paese o nuovo mercato del Paese Terzo, la prevalenza di vini Dop o Igp, o che il progetto riguardi una particolare tipologia riconosciuta di prodotto o denominazione di origine, sia rivolto ad un mercato emergente, e presenti in prevalenza azioni di diretto contatto con i destinatari. Per la graduatoria, la valutazione sarà in centesimi, e ad ogni criterio sarà assegnato un punteggio massimo da 1 a 20.
Saranno ammessi a contributo tutti i progetti che riceveranno un punteggio pari o superiore a 50, e i “comitati di valutazione”, istituiti presso ciascuna autorità competente, indicheranno l’importo del contributo ammissibile. A quel punto, i soggetti proponenti avranno sette giorni di tempo per decidere se accettare o meno il contributo. Come anticipato nei mesi scorsi, se la richiesta di contributo supererà il plafond, si procederà con un taglio proporzionale pro rata per tutti. E in quel caso, il soggetto proponete ammesso a finanziamento potrà presentare una rimodulazione dell’importo complessivo del progetto.

Tra la altre cose, l’entrata in vigore del decreto, abrogherà l’efficacia di quello 32072 del 18 parile 2016 (e successive modifiche), ovvero quello sulla campagna 2016-2017, sulla quale si attendono ancora le sentenze del Tar sui ricorsi presentati da diversi soggetti.

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