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Avrebbero commercializzato vino di bassa qualità, adulterato con aggiunta di alcol, e venduto in Italia e nel mondo come fosse Chianti, Brunello di Montalcino e Sassicaia. 11 avvisi di conclusione indagini notificati dal Pm di Firenze Gilio Monferini

Avrebbero commercializzato vino di bassa qualità, adulterato con l’aggiunta di alcol, poi venduto in Italia nel mondo come fosse Chianti, Brunello di Montalcino o Sassicaia. Con accuse che vanno dall’associazione per delinquere per la frode in commercio alla contraffazione di marchio e dell’origine del vino, dalla frode in commercio alla vendita di sostanze non genuine e riciclaggio, il pm Gilio Monferini ha recapitato 11 avvisi di conclusione indagini, nell’inchiesta condotta dai carabinieri del Gruppo Tutela della Salute di Roma e del Nas di Firenze e coordinata dalla Dda fiorentina, che portò nel dicembre 2016 all’arresto di tre persone (poi ai domiciliari) mentre altre sette vennero iscritte nel registro degli indagati, riporta l’Ansa.

Il vino, di bassa qualità ma risultato non nocivo per la salute, veniva adulterato con l’aggiunta di alcol per aumentarne la gradazione. Subito dopo veniva imbottigliato in un’azienda agricola di Empoli, già in concordato preventivo, dove venivano apposte false etichette prima di inviarlo nei depositi del Lazio e dell’Emilia Romagna facenti capo a una ditta di import export. Da qui partiva per l’estero, in particolare per il Costa Rica, considerato “un’ottima destinazione”, dove aveva dei locali una società i cui titolari erano stati indagati anche per “Mafia Capitale” e la cui sede fiscale era a Roma.
Molti degli indagati sono già coinvolti anche in altre inchieste.
È il caso di Giacomo, Filippo e Giampiero Coli (rispettivamente di 44, 43 e 73 anni, tutti residenti in provincia di Firenze), titolari di un’azienda agricola, chiamati in causa nell’inchiesta della procura di Prato sul caporalato nelle vigne.
Ai domiciliari, riporta ancora l’Ansa, nel dicembre 2016, finirono Franco Alfani, 58 anni di Certaldo (Firenze), Armando Buonocore, 62 anni, nato nel Salernitano ma residente a Empoli (Firenze) e Alberto Nicodemo, 57 anni di Nocera Superiore (Salerno). L’avviso di conclusione indagini è stato recapitato anche a Massimo Cesarano, 30 anni, di Poggiomarino (Napoli), Antonio Giglioli, 56 anni, residente a Viareggio (Lucca), Antonio Bruzzese, 28 anni di Eboli (Salerno), Pasquale Cioffoletti, 56 anni, di Battipaglia (Salerno) e Ciro Mariotti, 57 anni, residente a Anzio (Roma).

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