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Sempre più Brut, attenzione per le Rive capaci di esprimere grandi diversità ma non semplici da comunicare, per un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore che punta sempre di più sulle annate. Ecco gli “Stati Generali” del Prosecco Docg

Italia
Sempre più Brut, attenzione per le Rive, per un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore che punta sempre di più sulle annate

Sempre più Brut, attenzione per le Rive capaci di esprimere grandi diversità ma non semplici da comunicare, per un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore che punta sempre di più sulle annate: ecco gli spunti ,emersi da Vino in Villa, nei giorni scorsi, con gli “Stati Generali del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore a Conegliano”, dove la denominazione che insieme al Prosecco Doc sta trainando la crescita del vino italiano, si è focalizzata “sul bicchiere” (www.prosecco.it). Un momento di approfondimento e un’occasione di confronto sugli aspetti enologici svoltosi non a caso nell’Aula Magna del Cirve, il Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia, a sottolineare come “in quest’area, a partire dalla prima Scuola Superiore di Enologia nata 141 anni fa, si facciano ricerca e formazione, attività intimamente legate tra loro, come ha sottolineato Vasco Boatto, preside del Centro che fa capo all’Università di Padova.
“Da sempre Vino in Villa è la vetrina del territorio che è ciò che ci identifica - ha detto Innocente Nardi il presidente appena rieletto del Consorzio. Vent’anni fa dovevamo puntare a connotare il Prosecco, poi siamo passati attraverso il riordino del 2009 (ndr, Prosecco come nome di territorio del vino da uve Glera, passaggio a Docg per la zona tradizionale di produzione e nascita del Prosecco doc). Oggi, anche se far conoscere il territorio con tutto il suo patrimonio storico e culturale e con l’accoglienza di cui è capace, rimane importante, per presentarci a tutto tondo è fondamentale che il prodotto nel bicchiere venga studiato e descritto. Vogliamo accendere i riflettori sul nostro vino per andare oltre l’omologazione e far comprendere il valore dell’aggettivo “superiore” che, con le due aree Conegliano e Valdobbiadene, accompagna il nome del nostro Prosecco”.
“Alla fine della degustazione, c’era una bella euforia, perché è stato difficile degustare soltanto e non bere dai calici a riprova della sua grande piacevolezza!” ha raccontato Antonello Maietta, presidente Associazione Italiana Sommelier, componente del panel di degustazione con Michael Edwards, giornalista, scrittore esperto di enogastronomia, 
Hermann Pilz, caporedattore Weinwirtschaft, e 
Marco Sabellico, giornalista e curatore della guida dei Vini d’Italia - Gambero Rosso. “Credo si possano attribuire all’annata 2016 ben 5 stelle - ha continuato Maietta - non come rating ufficiale, ma certo autorevole”.
“Dagli assaggi - ha confermato Marco Sabellico - è uscito un 2016 di grande freschezza e vitalità. Piacevole alla beva, dal corpo snello, profumato e con una grande armonia d’insieme. Qui siete maestri nella rifermentazione in autoclave, ma quando l’annata c’è vini sono migliori!”. Anche Hermann Pilz e Michael Edwards hanno concordato sulla qualità elevata dell’annata “straordinaria nonostante un agosto tremendamente caldo, ma che, grazie alle elevate escursioni tra giorno e notte dell’area di produzione, ha dato vini delicati e straordinariamente fruttati. “Credo ci sia nei vini di quest’annata una tensione, un’energia - ha detto Edwards - che farà guadagnare al Prosecco Docg molti amici anglosassoni, che spesso associano questo vino a un processo industriale, non sapendo che ha alle spalle 3.000 viticoltori. Il prezzo non riflette tutto il lavoro che c’è dietro una bottiglia di Prosecco Conegliano Valdobbiadene!”.

Accanto ai produttori sul territorio sono presenti 178 case spumantistiche che producono oltre 90 milioni di bottiglie con un valore della produzione che nel 2015 ha toccato quasi 500 milioni di euro franco cantina. Oggi oltre il 40% dell’intera produzione viene esportato in 100 Paesi nei cinque continenti. Complessivamente gli addetti al settore enologico sono 5.400. Numeri che hanno fatto guadagnare a quest’area il riconoscimento di Primo Distretto Spumantistico d’Italia, nel 2003.
E, tra le tipologie, si registra una tendenza a quelle con meno zuccheri. Una sorta di “Brutizzazione”.
“Se tempo fa le bottiglie della tipologia Brut erano pochissime - ha confermato Sabellico - oggi sono circa il 40%. Scende in modo significativo la dry e un poco anche l’extra dry, che rimane comunque la tipologia di riferimento. Inoltre sono comparsi anche dosaggi inferiori. Insomma, sull’onda del mercato, c’è una maggior ampiezza di prodotti”.
La tendenza è confermata dall’osservatorio privilegiato dei corsi Ais. “Si tratta di una tendenza generale, dal caffè bevuto senza zucchero al cioccolato al 70% di cacao, che investe molti mercati - “ha detto Maietta - ma attenzione a non allontanarsi dal modello vincente, anche se è più facile individuare “il segno” del territorio in prodotti meno dosati”.
Non a caso le modifiche (non sostanziali) del disciplinare sottoposte al Comitato Vini prevedono l’inserimento della tipologia extra brut, oltre alla nuova regolamentazione e al passaggio del frizzante sui lieviti nella categoria spumante (con una pressione superiore e quindi con tappo a fungo).
Al di là dei dosaggi, sono i Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore “Rive” a esprimere grandi differenze sia perché provengono da uve di vigneti in forte pendenza e alta collina di un’unica sottozona, sia perché sono millesimati, cioè prodotti con il vino di una singola annata.
“Da sempre questo territorio riflette sulle differenze territoriali - ha sottolineato Sabellico - lo dicono il nome stesso della denominazione, il lavoro di zonazione fatto e l’arte del fare la cuvée perfetta disponendo di basi spumante diverse nelle varie zone. Quindi con le Rive, come dire, bisogna prenderci la mano e forse sono tante per una comunicazione adeguata!”. “Quando ci sono nuove classificazioni ci vuole tempo perché si affermino - ha rinforzato il concetto Edwards – ma per evidenziare le differenze bisogna comunicarle”.

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