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Una tradizione antichissima, il vigneto più grande d’Italia, aziende con lo sguardo sempre al futuro tra sostenibilità con Viva, bio, la Doc Sicilia e l’Etna: la Sicilia del vino è un Rinascimento continuo, e da oggi si presenta al mondo “en primeur”

Una tradizione vinicola tra le più antiche al mondo, nel vigneto più grande d’Italia (110.000 ettari, su 637.000 del Belpaese); tante aziende, storiche e nuove, grandi e piccole, accomunate da un’apertura alle contaminazioni propria delle terre di frontiera, e da uno sguardo pioneristicamente sempre rivolto al futuro, che le vecchie generazioni hanno saputo trasmettere alle nuove, tra rinascita di vitigni autoctoni anche nei territori più difficili, dal Nero d’Avola al Grillo, dal Catarratto al Nerello Mascalese, dal Perricone allo Zibibbo, dal Frappato al Carricante, e scommessa, vinta, sugli internazionali, come Chardonnay e Merlot, Syrah e Cabernet; uno stimolo continuo alla ricerca con il coinvolgimento dei massimi esperti italiani ed internazionali; ma anche uno sviluppo parallelo nell’accoglienza e nella ristorazione, facendo rinascere luoghi antichi e creandone di nuovi, per accogliere milioni di enoturisti e diventare meta tra le più desiderate; un Rinascimento, insomma, che ha fatto compiere al vino siciliano passi da gigante lungo un filone ben preciso, quello della sostenibilità, ambientale, economica e sociale, e che continua ancora oggi. Ecco gli atout, da oggi al 29 aprile, della Sicilia del vino si presenta al mondo a “Sicilia en Primeur” a Catania, come un vero “continente enoico”, la cui biodiversità nel calice è pari all’estensione dei vigneti ma anche alla varietà di storie, culture e paesaggi, che qui si intrecciano da secoli. E verso cui, è tutto uno sbocciare di iniziative, pubblico-private, che fanno della Sicilia la Regione capofila di progetti come “Viva - La sostenibilità nella viticoltura in Italia”, unico promosso dal Ministero dell’Ambiente, e un “giardino biologico” di oltre 32.297 ettari vitati certificati su 83.643 in Italia, dati Sinab 2016). Ma che sono dietro anche ad una Doc Sicilia che continua a crescere (+11,05% nel 2016 sul 2015, a 26,8 milioni di bottiglie) e ad una produzione di qualità (il 70% delle produzioni rivendicate è Dop o Igp), sempre più proiettata all’export (in Usa, Germania, Uk e Cina in testa, ma anche Svizzera, Svezia, Canada, Francia, Giappone e Russia), e che crea valore aggiunto per il territorio e lavoro (secondo Coldiretti la Doc Sicilia è la terza denominazione del vino italiano che genera più lavoro, con 16 milioni di giornate l’anno), con il richiamo d’immagine del fenomeno Etna, sui cui tanti continuano ad investire.
Dal mare all’entroterra, dalle saline all’Etna, dalle isole ai bagli, la terra di autori come Pirandello e Sciascia, di Verga e di Camilleri, di musicisti come Bellini, di registi come Tornatore, di pittori come Antonello da Messina e Guttuso, tra storia e paesaggi, tra sapori antichi e modernità, è pronta per “Sicilia en Primeur” n. 14, l’anteprima mondiale dei vini siciliani, firmata Assovini (78 aziende che, insieme fatturano 300 milioni di euro, e prevedono una crescita delle spedizioni del 6% anche nel 2017) e dedicata al meglio della nuova produzione dell’Isola (e, in particolare, della vendemmia 2016), in programma fino al 29 aprile, a Catania, nella location unica del Parco di Radicepura a Giarre, tra l’Etna e il Mar Ionio (nato dal sogno di un uomo, Venerando Faro, che qui ha esaltato la sua esperienza storica nel campo del florovivaismo internazionale, su 5 ettari, con 3.000 specie di piante e una Banca dei Semi), e del “Radicepura Garden Festival”, primo evento internazionale sul Garden Design del Mediterraneo che coinvolge i protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura.
Una Sicilia en Primeur che punterà proprio su valori etici e sostenibili, sottolineando l’importanza di una viticoltura green, attenta a salvaguardare la biodiversità e a limitare gli impatti sull’ambiente, tra una degustazione e l’altra di più di 300 etichette presentate da oltre 50 cantine, camminando tra giardini site-specific realizzati da garden designer di fama internazionale. “La salvaguardia dell’ambiente e la tutela del territorio sono tematiche sempre più fondamentali per la viticoltura e in special modo per le aziende di Assovini Sicilia, unite nel realizzare giorno dopo giorno un percorso all’insegna della sostenibilità - spiega Francesco Ferreri, presidente Assovini Sicilia - per questo, poter organizzare il nostro evento sullo sfondo del Radicepura Garden Festival è un’opportunità irrinunciabile che ci permette di dare un volto green alla nostra Associazione e trasmettere valori di responsabilità ambientale su scala internazionale”.
L’anteprima sarà un’occasione per incontrare le principali aziende siciliane, ma anche un momento esclusivo per scoprire la ricchezza gastronomica, paesaggistica e culturale di un’isola che vanta una biodiversità unica al mondo. Infine, “Sicilia en Primeur” darà anche il benvenuto a tutti i wine lovers in uno “special event”, aperto al pubblico, domani 29 aprile, per portarli alla scoperta di questa ricca ed affascinante cultura vitivinicola.
Info: www.assovinisicilia.it

Focus - Sostenibilità e biodiversità le parole chiave del vino siciliano
La Sicilia rappresenta, con 98.000 ettari, il primo territorio vitivinicolo italiano per superficie vitata. La produzione complessiva di vino, se pur ridottasi negli ultimi anni, si conferma importantissima a livello nazionale, con oltre 5 milioni di ettolitri. La Sicilia è inoltre la regione che maggiormente punta sulla sostenibilità.
Il rispetto per l’ambiente è la cifra stilistica che caratterizza la viticoltura dell’isola. Questo è dovuto innanzitutto al ruolo naturale di protezione dell’ambiente dall’erosione e dalla cementificazione svolta dai vigneti. Troviamo degli esempi nelle vigne dell’Etna o dell’isola di Pantelleria, dove i vigneti terrazzati e in cui vengono impiegate più di 1.000 ore di lavoro manuale per ettaro, rappresentano un importante modo per evitare l’abbandono di terreni vocati e costituzionalmente fragili. Ma la grande attenzione all’ambiente è dovuta anche all’adozione di una coltivazione sempre più green, assistita anche dal clima favorevole. La Sicilia, infatti, punta molto sulla coltivazione biologica ed ha una delle più alte percentuali di utilizzo della lotta integrata e guidata, che sfiora il 75% delle superfici vitate.
Questi due ultimi metodi consentono ai viticoltori di intervenire solo in caso di necessità, puntando molto sulla prevenzione e riducendo i prodotti fitosanitari, per privilegiare, quando possibile, soluzioni naturali. Le scelte agronomiche hanno un seguito nelle scelte di gestione aziendale. Il 75% dei soci Assovini Sicilia opta per impianti per la produzione di energia pulita, il 84% adotta soluzioni per il risparmio energetico e il 69% è impegnato nella riduzione dei rifiuti. La maggior parte dei soci dispone di certificazioni ambientali, ma sono molti anche i progetti volontari per migliorare la sostenibilità ambientale: a livello regionale è stato promosso il progetto “SOStain”.
In chiave di rispetto dell’ambiente, la Sicilia ha investito molto nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che è infatti in continuo incremento, riportando un trend che nel 2011 ha fatto segnare +23,5% rispetto al 2010, contro un incremento medio nazionale pari al 7,8%. Sostenibilità si declina anche con biodiversità varietale. Mediamente ogni azienda coltiva e valorizza 9 vitigni diversi, dagli internazionali a quelli autoctoni. Questi ultimi rappresentano il vero patrimonio regionale, ancora in gran parte inesplorato. Per tale motivo circa il 39% dei soci di Assovini Sicilia conduce sperimentazioni in vigneto, dedicate nell’86% dei casi alle varietà autoctone. Inoltre il 69% dei soci utilizza in vinificazione lieviti autoctoni.
Importante per il futuro del vino siciliano è l’impegno nel recupero delle varietà “reliquie”, oggetto di un vero e proprio studio da parte della Regione Siciliana, dal Perricone alla Nocera, dall’Inzolia Nera allo Zibibbo Nero. Vitigni super autoctoni siciliani dimenticati sono stati oggetti di un recupero che ha portato alla sperimentazione in vigna e alla vinificazione in cantina.
Una ventina di questi vitigni sono molto interessanti e preannunciano un futuro roseo per il vino siciliano.
La Sicilia rappresenta, il primo territorio vitivinicolo italiano per superficie vitata. La produzione complessiva di vino, se pur ridottasi negli ultimi anni, si conferma importantissima a livello nazionale, con oltre 5 milioni di ettolitri. La Sicilia è, inoltre, la regione che maggiormente punta sulla sostenibilità.

Focus - Vino e turismo, un legame sempre più inscindibile
Cresce in Sicilia il turismo legato al vino. Le aziende di Assovini Sicilia hanno registrato nel 2016 un incremento di turisti del 35%, accordi con operatori turistici nel 62% dei casi, attività ricettiva alberghiera per il 40% e ristorativa per il 69%. Numeri che dimostrano il valore del lavoro svolto dall’associazione nella promozione e nella valorizzazione delle unicità del vino siciliano.
La media di visite nelle aziende vinicole di Assovini Sicilia, il club delle aziende vitivinicole siciliane che racchiude l’87% dell’imbottigliato siciliano, è di circa 4.000 persone l’anno contro le 200 di 15 anni fa. Dunque l’enoturismo è un valore aggiunto per i marchi siciliani e offre nuovi spazi di lavoro e di sviluppo.
Per il presidente Francesco Ferreri “nel 2015 l’enoturismo siciliano ha registrato il 55% di presenze di italiani e il 45% di stranieri. Il 98% degli addetti delle aziende vinicole parla una lingua straniera, nel 96% delle cantine sono stati realizzati locali adatti alle degustazioni e nel 69% è possibile effettuare anche un servizio di ristorazione di qualità. Il 40% delle aziende ha una struttura ricettiva e il 31% ha l’idea di realizzarla”.
Un’opportunità di crescita da non perdere e per la quale occorre arrivare ad una offerta mirata proprio per il settore enoturistico. Per la Regione Siciliana il 70% del turismo nell’isola è spinto dall’enogastronomia, evidenziando un dato che spinge sempre più a dover integrare vino e cibo con il patrimonio culturale e naturalistico.

Focus - Assovini, l’organizzazione dei protagonisti della Sicilia del vino
L’associazione
Il presidente è Francesco Ferreri, giovane contitolare dell’azienda Valle dell’Acate. Come giovane, l’età media è pari a 40 anni, è anche il consiglio di amministrazione di cui fanno parte Mariangela Cambria (vicepresidente e titolare di Cottanera), Antonio Rallo (Donnafugata), Lilly Ferro (Fazio Wines), Alberto Tasca d’Almerita (Tasca d’Almerita), Stefano Caruso (Caruso & Minini), Alessio Planeta (Planeta), Laurent Bernard de la Gatinais (Rapitalà) e Alberto Aiello (Graci). Caratteristica di Assovini è che essa, a differenza di quanto spesso accade in altre realtà, non assegna un numero di voti in base alla dimensione della produzione ma ogni singolo membro ha la possibilità di esprimere la propria opinione, condividere idee e know how. Assovini rappresenta 76 aziende e un fatturato di 300 milioni di euro.
Il turismo

Tra le declinazioni dell’attività svolta da Assovini c’è il legame tra turismo e vino. Il trend del turismo in Sicilia è in continua crescita e sicuramente il vino di qualità ha creato un connubio vincente per la conoscenza della regione e la scoperta delle bellezze, della storia e delle persone. Gli associati di Assovini hanno un duplice merito: quello di viaggiare nel mondo per far conoscere il brand Sicilia e quello di aver scommesso sull’accoglienza nella regione. Il legame tra vino e turismo ha, infatti, motivato le aziende a investire in strutture, percorsi, eventi. Il 94% dei soci dispone di spazi per i visitatori e il 40% di ricettività alberghiera, mentre il 69% offre servizi di ristorazione. Ad accrescere l’attenzione al vino ci sono iniziative come Cantine Aperte o Calici di Stelle, a cui partecipano il 59% dei soci e anche gli enoturisti iniziano a far pesare la loro presenza tanto che nel giro di pochi anni si è passati in media dalle 500 persone per azienda a 4.000 eno-appassionati divisi equamente tra italiani e stranieri.
Il mercato
Uno dei requisiti necessari per entrare nel Club di Assovini Sicilia è commercializzare la propria produzione in Italia e all’estero. Proprio quest’ultimo ha riservato grandi soddisfazioni, basti pensare che alcuni soci sfiorano la presenza in ben 110 mercati, sebbene la media si attesti sui 26 Paesi.
Numeri di tutto rispetto, considerando che l’export rappresenta oggi il 57% delle vendite. Così ai mercati tradizionali come Germania, Svizzera, Inghilterra, Belgio, Russia, Giappone, Usa e Canada, si affiancano oggi quelli emergenti come Brasile, Cina, Corea.
La storia di Assovini

1998: Diego Planeta, Giacomo Rallo e Lucio Tasca d’Almerita siglano l’atto costitutivo dell’associazione. Il primo passo sarà quello di far capire l’importanza del vino per la Sicilia, le potenzialità ma anche le difficoltà del settore. Una squadra di produttori, da grandi a piccoli, iniziano a condividere uno stesso obiettivo, quello di imporsi sui mercati e al tempo stesso far crescere tra le istituzioni la consapevolezza dell’importanza del mondo del vino.
Anni 2000:
il lavoro portato fin qui avanti da Assovini Sicilia dà un primo risultato concreto: la Regione Siciliana, prima Regione a farlo, partecipa al Vinitaly con un proprio padiglione. Una scelta determinante che antepone l’immagine collettiva di un territorio ai brand privati. La Sicilia conquista il palcoscenico del vino.
2004: vede la luce Sicilia en Primeur, evento voluto da Assovini per coniugare la voglia di comunicare ai media la qualità dell’annata che, al contrario di quanto era accaduto nelle altre regioni, era ottima per la Sicilia, con il racconto del territorio. Per i primi anni, la manifestazione ha sede a Palermo, dal 2007 diventa itinerante.
2009: costruita l’immagine sul mercato interno, Assovini Sicilia si lancia alla conquista oltreconfine e organizza partecipazioni a eventi di promozione all’estero.
2012:
per valorizzare l’immagine del marchio Sicilia e incrementarne la conoscenza da parte dei consumatori, nasce il Consorzio di Tutela vino Doc Sicilia con Assovini Sicilia che ha un ruolo importante. Primo presidente è Antonio Rallo.
2014:
viene eletto presidente Francesco Ferreri, contitolare dell’azienda Valle dell’Acate; alla vicepresidenza è confermata Mariangela Cambria dell’azienda Cottanera.
2015: Assovini Sicilia partecipa a Expo 2015 come partner principale della Regione Sicilia.
2016: nasce www.wineinsicily.com, giornale on line di enoturismo edito da Assovini Sicilia.

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