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304 milioni di euro di fatturato 2016, in crescita sul 2015, anche grazie al +12% all’estero: i numeri del Gruppo Caviro, colosso cooperativo d’Italia (37.000 ettari di vigna) e 7 milioni di quintali di uva conferiti (l’11% del totale nel Belpaese)

304 milioni di euro di fatturato nel 2016, in crescita sul 2015, soprattutto grazie al +12% all’estero, con un valore aggiunto di 43 milioni di euro, un Ebitda (Margine Operativo Lordo) di 17 milioni di euro al netto della liquidazione straordinaria del vino dei soci, che rappresenta il 90% del totale, un risultato di esercizio di 1,3 milioni di euro, mentre prosegue il rafforzamento patrimoniale con i mezzi propri del Gruppo che raggiungono quota 91 milioni di euro, e con la posizione finanziaria netta a di 56 milioni di euro: sono i numeri del bilancio del Gruppo Caviro (www.caviro.com), una delle realtà più grandi del vino italiano, cooperativa fatta da 13.000 viticoltori, 32 cantine di 7 Regioni divise tra Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli, Marche, Puglia, Toscana e Sicilia, per un totale di circa 7 milioni di quintali conferiti (il 11% dell’uva italiana) e oltre 37.000 ettari di vigneto.
“Nel 2016 abbiamo indirizzato i nostri sforzi ad una maggiore remunerazione dei soci per consentire loro di affrontare futuri investimenti che l’evoluzione del settore richiede - ha sottolineato il presidente del Gruppo Caviro Carlo Dalmonte - la crescita del 12% del fatturato estero della Capogruppo dimostra l’ottima accettazione dei nostri prodotti. Affronteremo il 2017 con una base sociale ancora più solida ed estesa, grazie agli ultimi due ingressi nella categoria soci speciali che portano a 34 il numero delle cantine della filiera del Gruppo. Siamo, invece, preoccupati dell’incertezza normativa che ci ha visti penalizzati sui ricavi legati al settore energetico”.
“Nonostante il calo dei consumi domestici di vino, sono cresciute le quote di mercato dei nostri marchi principali - sostiene il dg del Gruppo, Sergio Dagnino. La crescita dell’export al 32% è in linea con l’obiettivo del 40% al 2020. Siamo confidenti che anche il 2017 sia un anno con crescita a doppia cifra per le nostre esportazioni, sia grazie alla qualità dell’ultima vendemmia sia a lanci di nuovi marchi che abbiamo programmato”.

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