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Operatori esteri in crescita sul 2016, 128.000 presenze da 142 Paesi in Fiera, 400 convegni, seminari e incontri di formazione, oltre 250 degustazioni: i numeri ufficiali di Vinitaly 2017. Appuntamento al 15-18 aprile 2018

Operatori esteri in crescita sul 2016 da Usa (+6%), Germania (+3%), Regno Unito (+4%), Cina (+12%), Russia (+42%), Giappone (+2%), Paesi del Nord Europa (+2%), Olanda e Belgio (+6%) e Brasile (+29%). Debuttano buyer da Panama e Senegal. Con 128.000 presenze da 142 Paesi in fiera, e oltre 35.000 wine lover tra Verona e Bardolino, con 400 convegni, seminari e incontri di formazione, 250 degustazioni0: ecco in numeri ufficiali di Vinitaly 2017, con l’appuntamento al 2018 fissato per il 15-18 aprile.

“Vinitaly 2017, che abbiamo simbolicamente battezzato come edizione “50+1” - commenta il presidente Veronafiere, Maurizio Danese - rappresenta il primo e concreto passo del nuovo percorso di sviluppo che guarda al futuro dei prossimi 50 anni. I risultati premiamo la spinta verso una sempre più netta separazione tra il momento riservato al business in fiera e il fuori salone pensato per i wine lover in città. Proprio Vinitaly & the City quest’anno ha portato nel centro storico di Verona e nel comune di Bardolino oltre 35.000 disposizione con la trasformazione in Spa di Veronafiere e dal piano industriale collegato da 100 milioni di euro, con investimenti mirati sulla filiera wine e sulla digital transformation”.

“I numeri 2017 - spiega il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani - testimoniano la crescita del ruolo business to business di Vinitaly a livello internazionale, con buyer sempre più qualificati da tutto il mondo. Basta guardare alla top ten delle presenze degli operatori stranieri che mostrano incrementi da quasi tutte le nazioni. Per quanto riguarda invece l’Italia, assistiamo ad un consolidamento degli arrivi da tutte le regioni del Paese”.

“Con più di 4.270 aziende espositrici da 30 Paesi (aumentate nel complesso del 4% sul 2016, in particolare quelle estere, del 74%) Vinitaly - spiega una nota di VeronaFiere - si conferma il più importante salone internazionale per il vino e i distillati ma anche momento di riflessione fondamentale per il settore vitivinicolo nazionale ed europeo, come hanno sottolineato la presenza del ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, il Commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan, i ministri dell’Agricoltura di Malta e Polonia e il viceministro all’Agricoltura russo. Nela rassegna, i riflettori sono stati puntati sui mercati consolidati (ma non maturi) ed emergenti, con un’attenzione particolare agli sviluppi futuri della possibile svolta protezionista degli Stati Uniti e le ricadute della Brexit. Ma si è guardato molto ad Oriente, con Verona e Vinitaly punto di partenza di una nuova Via della Seta per il vino italiano diretto in Cina che viaggia su e-commerce ed educational. A Vinitaly, 1919, il gigante cinese della distribuzione online to offline di wine & spirit, ha stretto un accordo con la Vinitaly International Academy e il fondatore Robert Yang ha promesso di aumentare, entro il 2020, le vendite italiane nel Paese del Dragone di oltre 2 milioni di bottiglie per almeno 68 milioni di euro di fatturato. La Cina ha scelto Vinitaly come riferimento europeo per il vino, come ha ribadito l’arrivo a Verona anche degli altri colossi commerciali come Alibaba, Cofco, Winehoo e Suning”.

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