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Con 4,1 milioni di ettolitri, il Canada è il sesto mercato mondiale per importazione di vino, con l’Italia primo esportatore in volume. Ulteriore sprint atteso dall’accordo Ceta, con stop dazi e più protezione delle denominazioni

Con 4,1 milioni di ettolitri, il Canada è complessivamente il sesto mercato nel mondo per importazione di vino (quinto importatore a livello globale per gli imbottigliati, sesto per gli spumanti, e sempre quinto per gli sfusi), e secondo per velocità di crescita nel mondo. L’Italia è attualmente il primo paese esportatore in volumi (con il 17,7% del totale), con 730 mila ettolitri, il terzo dopo Usa e Francia per i ricavi, che hanno raggiunto nel 2016 i 330 milioni di euro (pari al 20,6% del totale). Nel 2018 è prevista un’ulteriore crescita di oltre 10 punti percentuale. A dare ulteriore impulso all’export nel paese è l’accordo Ue-Canada Ceta, che dovrebbe entrare in vigore in via provvisoria già questa estate, e che permetterà per il settore dei vini e della bevande alcoliche l’abolizione dei dazi e faciliterà la protezione delle indicazioni geografiche. A far da contraltare le cantine interessate a esportare i propri prodotti in Canada devono fare i conti con un sistema di carattere monopolistico e differenziato a seconda delle varie regioni del paese. Tra queste il Quebec, dove il vino rappresenta il 43% dei consumi di bevande alcoliche, rispetto a una media nazionale del 31%.

Secondo Emanuele Giusti, trade analist presso l’Ice di Montreal, “il Canada è un mercato che merita sotto tutti i punti di vista perché continua a essere crescente e i consumatori canadesi sono sempre più “connoisseur” del vino. In particolare in Quebec, che è la regione che ci dà i risultati più apprezzabili”. Nel complesso, ha aggiunto, “il vino italiano è visto molto bene e continuerà ad esserlo grazie al continuo miglioramento delle nostre produzioni e anche perché in Canada è molto apprezzato l’abbinamento tra cibo e vino. Anche la cucina italiana è molto apprezzata e una delle “scoperte” più recenti dei consumatori canadesi è proprio quella di mangiare italiano abbinandolo a un vino italiano”.

Il Canada, come spiega la coordinatrice del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Ruenza Santandrea, “è un paese con una situazione politica stabile che ad oggi offre diverse condizioni favorevoli per un incremento della nostra quota export”. Inoltre, l’entrata in vigore dell’accordo Ceta, “per il sistema vitivinicolo cooperativo - spiega ancora Santandrea - è sicuramente un aspetto positivo che nel mercato canadese le nostre produzioni a denominazioni siano tutelate, dal momento che la cooperazione detiene complessivamente una quota pari al 52% delle Dop italiane e del 65% delle Igp”.

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