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Nel 2016 il vino italiano ha dato lavoro a 1,3 milioni di persone occupate dalla trasformazione alla distribuzione, dall’enoturismo e dalla cosmetica. Montepulciano d’Abruzzo Doc, Puglia Igt e Doc Sicilia i vini che danno più lavoro: così Coldiretti

Quando si pensa al vino, ci si immagina solo il processo strettamente legato alla produzione: cura, raccolta e trasformazione. In realtà, dietro ad una bottiglia di vino si nascondono molti lavoratori di molti settori diversi (secondo Coldiretti sarebbero ben 18), che contribuiscono tutti alla trasformazione da uva a vino, alla sua distribuzione e al suo utilizzo. Secondo l’indagine Coldiretti sui vini Doc e impatto occupazionale a livello provinciale, diffusa in occasione del Vinitaly a Verona, nel 2016 il settore vitivinicolo in Italia ha dato lavoro a 1,3 milioni di persone tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).

Sempre secondo questo studio, è il Montepulciano d’Abruzzo Doc il vino italiano che dà più lavoro a livello locale, con un totale di 19,4 milioni di ore impiegate all’anno, davanti al Puglia Igt con 16,5 milioni nella provincia di Foggia e alla Doc Sicilia con 16 milioni di giornate in quella di Trapani. Il settore vitivinicolo quindi contribuisce in modo significativo all’occupazione e all’economia del Mezzogiorno, ma è incisiva anche al Nord. Al quarto posto si piazza il lombardo Oltrepò Pavese Doc, con 14,2 milioni di ore di lavoro, davanti a un “collega” del Piemonte, l’Asti Docg: per produrlo ne servono 13,4 milioni, insieme al Barbera d’Asti. Al sesto posto invece c’è il pregiato Amarone della Valpolicella Docg con 13,1 milioni di ore a Verona, dove pesa anche il Soave Docg. Entrambi sono seguiti da un altro gioiello della regione che ospita il Vinitaly, il Prosecco Docg, con 12,9 milioni di ore a Treviso. Ci sono poi i piemontesi Barolo Docg, Barbaresco Docg, Langhe Doc e Roero Docg a Cuneo (12,4 milioni di ore), il Gavi Docg ad Alessandria (10,9 milioni di ore), mentre a chiudere è il Castel Del Monte Doc pugliese, con 9,4 milioni di ore lavorate nella provincia di Bari dove di rilievo c’è anche il Puglia Igt.

“Il settore del vino dimostra più di altri che l’agricoltura è in grado di offrire opportunità di lavoro sia a chi vuole investire con progetti innovativi sia a chi vuole fare una esperienza in campagna a contatto con la natura anche solo per integrare il proprio reddito”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che “la prima vendemmia senza voucher rischia di far perdere 25mila posti di lavoro tra le vigne per giovani e pensionati e occorre trovare pertanto presto una valida soluzione alternativa nell’interesse delle imprese e dei cittadini”.

Focus - Coldiretti: ecco i vini italiani che danno più lavoro (in ore lavorate)

1) Montepulciano d’Abruzzo: 19.359.600

2) Puglia Igt: 16.519.200

3) Sicilia Doc: 16.032.264

4) Oltrepò Pavese Doc: 14.244.750

5) Asti Docg, Barbera d’Asti: 13.443.750

6) Amarone della Valpolicella Docg, Soave Docg: 13.090.480

7) Prosecco Docg: 12.850.760

8) Barolo Docg, Barbaresco Docg, Langhe Doc, Roero Docg: 12.402.000

9) Gavi Docg: 10.869.750

10) Castel del Monte Doc, Igt Puglia: 9.355.680


Focus - Coldiretti & i settori collegati alla produzione vitivinicola:

1) agricoltura

2) industria trasformazione

3) commercio/ristorazione

4) vetro per bicchieri e bottiglie

5) lavorazione del sughero per tappi

6) trasporti

7) assicurazioni/credito/finanza

8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri

9) vivaismo

10) imballaggi come etichette e cartoni

11) ricerca/formazione/divulgazione

12) enoturismo

13) cosmetica

14) benessere/salute con l’enoterapia

15) editoria

16) pubblicità

17) informatica

18) bioenergie

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