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Allegrini 2024

Dopo Manara (2010), Duff (2011), Faccincani (2012) e Kandinsnkij (2013), la griffe veneta Allegrini sceglie gli “animaletti” di Rodriguez Alves per la limited edition de La Grola 2014 - e per festeggiare la certificazione di “Biodiversity Friend”

In vino habitat: ad un primo sguardo il motto scelto dalla cantina veneta Allegrini per l’edizione n.51 di Vinitaly, di scena da oggi e fino al 12 aprile a Verona, appare quasi piano. Ma dietro questo breve slogan, se si vuole, c’è una concezione del rapporto tra viticoltura e natura che va oltre le “buzzword” ecosostenibili di settore. Come spiegato dalla medesima Marilisa Allegrini, recentemente omaggiata con una cover story dal magazine “Wine Spectator”, “l’amore per la natura è un valore che nostro padre ci trasmise non appena entrammo in azienda”, ed è per questo motivo che l’etichetta scelta per la più recente edizione limitata de La Grola, uno dei vini più rappresentativi della griffe, è dedicata ai molti “bichinhos”, animaletti, che abitano i vigneti da cui nasce.

Parola portoghese perché brasiliano è Nazareno Rodriguez Alves, l’artista scelto per raffigurarli sull’etichetta, e che ha preso ispirazione dalle foto che Carmine Grimolizzi ha scattato proprio nei vigneti dell’azienda - una raffigurazione plastica di quanto, come rimarcato da Marilisa Allegrini, “in un paesaggio antropizzato, come è quello italiano, un bel vigneto è anche un bel vedere”, e anche un bel vivere per tutte le forme di vita che lo popolano. Ma la dedizione di Allegrini alla biodiversità e alla tutela dell’ambiente non è solo formale: la limited edition de La Grola firmata da Rodriguez Alves arriva in un momento in cui l’azienda veneta - ma con tenute anche a Bolgheri e Montalcino - ha raggiunto, e con un lusinghiero punteggio di 76/100, la certificazione “Biodiversity Friend”, creata da un’associazione di naturalisti veronesi per tutelare l’ambiente di quello che è il paese più biodiverso d’Europa. La certificazione è basata su dieci tipologie di azioni (modello culturale, fertilità dei suoli, gestione idrica, siepi e boschi, biodiversità agraria e strutturale, qualità del suolo, dell’acqua e dell’aria, energia e responsabilità ambientale), che nella loro totalità, promuovono non solo una tutela dell’ambiente, ma un miglioramento delle performance ambientali dell’agrosistema in questione tramite un aumento delle buone pratiche, che, ha concluso Allegrini, “non è un trend, ma una necessità” - perché un terreno di qualità è in sé biodiverso. E, verrebbe da aggiungere, viceversa.

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