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Vinitaly 2017: Il Consorzio di Soave capofila del progetto “Volcanics Wines”, 12 territori che lavorano nella stessa direzione da Nord e Sud Italia, ma non solo. Esordisce la degustazione oltre la degustazione grazie alla “realtà aumentata”

Il Soave con 53 milioni di bottiglie vendute, l’85% sui mercati esteri e un disciplinare che si avvia all’imbottigliamento esclusivamente in zona, consolida il suo ruolo di leader nella produzione bianchista del Bel Paese. Ma non solo.

Il Consorzio resta saldamente capofila del progetto “volcanics wines” che mette insieme le eccellenze enoiche nate sui suoli vulcanici antichi e/o ancora in attività, dai Campi Flegrei a Ischia, dai Colli Euganei all’Etna, da Frascati a Gambellara, da Lessini a Mogòro, da Orvieto a Pantelleria, da Pitigliano e Sovana a Soave, dalla Tuscia al Vulture fino al Vesuvio. Una bella iniziativa che porta con sé anche un significato che va al di là del bicchiere: riunire le produzioni viticole di pregio dal nord al sud dell’Italia comprendendo anche denominazioni o zone non sempre sotto i riflettori. È con questo biglietto da visita che il Consorzio del Soave percorre Vinitaly 2017. Si tratta “di una forma originale di comunicazione - afferma Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave - una chiave di lettura che unisce da Nord a Sud tanti territori, una chiave di lettura originale che racconta di terroir unici, di vitigni di antica coltivazione rari e straordinari. È nata così una bellissima squadra, fatta da 12 territori diversi che lavora uniti nella stessa direzione”.

Unici, eleganti, minerali (forse è l’unica volta che questo descrittore trova una conferma effettiva), e soprattutto sempre più amati dai wine lovers i vini vulcanici, rappresentano un valore aggiunto nel panorama bianchista italiano e, nel caso del Soave, un classico “7.000 ettari coltivati a Garganega, allevata a Pergola Veronese - continua Lorenzoni - sono un’identità forte sulla quale non abbiamo mai smesso di credere e il mercato ce lo riconosce. Ma non solo, siamo anche in prossimità di un traguardo importante per tutta la denominazione: l’introduzione nel disciplinare, dopo un iter lungo venti anni, delle menzioni geografiche aggiuntive ”.

Tra le novità assolute non solo per Vinitaly, il Consorzio del Soave propone anche un’esperienza multisensoriale di “realtà aumentata” che mette insieme gusto, olfatto e vista ma non solo per apprezzare i colori del vino. “Si tratta di una degustazione virtuale - sottolinea Lorenzoni - in cui le persone che assaggeranno i nostri vini potranno indossare degli occhiali multimediali, vivendo il territorio del Soave come se camminassero proprio tra i filari del Soave”.

L’anima tecnologica di questa iniziativa tutta volta verso high tech è “Art Glass” che “nasce dalla cultura - spiega il cofondatore della società Antonio Scuderi - con le nostre video-guide in tanti musei che si visitano anche con questi occhiali multimediali che ti portano in giro per farti vedere i beni culturali in maniera nuova. Ma se parliamo di beni culturali, uno dei nostri più grandi è il vino, il territorio da cui nasce. E allora abbiamo pensato di fare la prima degustazione in “realtà aumentata . Le persone degustano il vino e gli occhiali, attraverso delle immagini, li portano a fare altre esperienze. A “volare” sulle colline del Soave e nel Paese di Soave come è adesso e come era un secolo fa. Una tecnologia tutta al servizio dell’esperienze - conclude Scuderi - delle sensazioni e della conoscenza. La tecnologia finisce con lo scomparire e l’esperienza prevale”.

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