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Tra le battaglie del Consorzio ViniVeri c’è la trasparenza in etichetta. E da “ViniVeri 2017” a Cerea, una vittoria è arrivata: il Ministero delle Politiche Agricole autorizza diciture su quantità solfiti in bottiglia e non aggiunta altre sostanze

Tra le battaglie che da sempre porta avanti il Consorzio ViniVeri, c’è quella per la trasparenza nelle etichette dei vini: il consumatore ha il diritto di sapere cosa beve. E una vittoria è arrivata. Il presidente del Consorzio, Giampiero Bea, ha annunciato ai produttori e agli addetti ai lavori a “ViniVeri - Vini secondo Natura 2017” (Cerea, fino al 9 aprile, www.viniveri.net), la possibilità di indicare in etichetta l’utilizzo o meglio, il non utilizzo di sostanze ammesse per l’uso enologico se non l’uva di partenza, e l’introduzione della dicitura che indica la quantità di solfiti presenti in bottiglia, grazie alla dichiarazione ufficiale del Ministero delle Politiche Agricole, secondo la quale “possono essere utilizzate le seguenti diciture, purché siano posizionate consecutivamente, senza alcuna interruzione: “contiene ... mg/l di solfiti totali”, “- senza aggiunta di altre sostanze ammesse per uso enologico” oppure “- dall’uva alla bottiglia senza aggiunta di altre sostanze ammesse per uso enologico”, a condizione che nessuna altra sostanza per uso enologico espressamente ammessa diversa dall’anidride solforosa, dal bisolfito di potassio o dal metabisolfito di potassio, sia stata aggiunta o residui nel vino etichettato con tale dicitura…”.

Una conquista per il Consorzio proprio nei giorni dell’edizione n. 14 di “ViniVeri”, il più longevo evento italiano di vini e prodotti alimentari ottenuti da processi naturali, nella consueta Areaexp “La Fabbrica”, nel cuore della cittadina di Cerea, a pochi chilometri da Verona, negli stessi giorni di Vinitaly. “Oggi raccogliamo il primo concreto frutto dopo una lunga stagione di confronto costruttivo che ha visto il Consorzio ViniVeri impegnato a rendere riconoscibili i vini che dall’uva arrivano alla bottiglia senza l’aggiunta di altre sostanze ammesse per uso enologico - ha commentato il presidente Giampiero Bea - solo un paio di anni fa l’etichetta trasparente del vino sembrava un’utopia, da oggi vignaioli che producono secondo natura hanno un importante strumento in più per informare e rendere maggiormente consapevoli i consumatori su cosa contiene e come viene prodotto il vino che stanno bevendo”.

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