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Wineleather, la nuova frontiera del made in Italy. È un materiale simile alla pelle, ma 100% vegetale: prodotta con uno speciale trattamento della vinaccia, il tessuto ha già ricevuto il prestigioso premio Global Change di H&M

Italia
Wineleather, similpelle vegetale da vinaccia, riceve il premio Global Change, considerato il premio internazionale più importante dell’economia circolare e dell’innovazione nel fashion business

Nel mondo ogni anno sono prodotti 26 miliardi di litri di vino; e di conseguenza si possono ricavare quasi 7 milioni di tonnellate di vinaccia. Con una tale quantità si poterebbe produrre tre miliardi di metri quadri di pelle vegetale l’anno di Wineleather, una superficie equivalente a circa 400 mila campi da calcio. Si tratta della prima pelle al 100% vegetale, che viene prodotta grazie a uno speciale trattamento delle fibre e degli olii contenuti nella vinaccia, una materia totalmente naturale, costituita dalle bucce, semi e raspi dell’uva che si ricavano durante la produzione vinicola. E ovviamente una scoperta del genere non poteva che riceve subito qualche riconoscimento: è arrivato tempestivo il premio Global Change di H&M, considerato il premio internazionale più importante dell’economia circolare e dell’innovazione nel fashion business. H&M ogni anno sceglie in tutto il mondo cinque business innovativi e rivoluzionari, con una forte potenzialità industriale, nel campo della moda.
“Abbiamo creato e brevettato - spiega Gianpiero Tessitore, fondatore di Vegea srl, ideatore di Wineleather (per la prima volta, sarà presentato a Vinitaly) - un innovativo processo produttivo che trasforma le fibre e gli olii vegetali presenti nella vinaccia, in un materiale ecologico con le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali di una pelle. Il risultato è una pelle di grandissima qualità con bassi costi di produzione, adattabile e facilmente lavorabile, tutti plus per chi lavora la pelle”.
Pelle dal vino, dunque, senza usare una goccia di petrolio, senza utilizzare sostanze inquinanti, senza consumare acqua e senza, ovviamente, uccidere nemmeno un animale. Wineleather si distingue anche dalle pelli “vegan” e quelle che vengono chiamate “ecopelli” in quanto queste sono sintetiche e per la loro realizzazione vengono utilizzati prodotti chimici inquinanti.
Un’ennesima innovazione made in Italy, che sottolinea ancora la supremazia che l’Italia mantiene nei campi che Wineleather cerca di unire: wine e fashion. Il tutto in uno sfondo di ecosostenibilità e attenzione all’ambiente che rende questo tessuto ancora più innovativo. Il prodotto di origine vegetale infatti impiega praticamente zero acqua per la produzione contro i 240 litri di acqua necessari per un metro quadro di pelle animale, ed è esente da tutti gli impatti negativi sugli ecosistemi creati dalle industrie produttrici di pelle animale tradizionale, dalla sofferenza animale agli scarti di conciatura che impiegano acidi e metalli pesanti che inquinano i terreni e le acque. Inoltre, la concia chimica delle pelli classiche ha rilevanti danni sulla salute degli addetti alla conciatura.
Non c’è Paese migliore dell’Italia per testare la produzione di questa speciale pelle, essendo il più grande produttore di vino, con il 18% della produzione mondiale. Wineleather potrebbe rappresentare un interessante progetto anche per le aziende vitivinicole. “La pelle vegetale Wineleather - fa notare Tessitore - sta già avendo un grande successo. Non abbiamo ancora iniziato la campagna di comunicazione e già siamo presenti al Vinitaly con dei nostri modelli di arredo esclusivi, richiesti appositamente per allestire l’area vip e sala stampa della Fiera”.

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