Quando si dice, senza abusare del termine, asta da record: i lotti di “Celebration of Burgundy”, organizzata da Hart Davis Hart, raccolgono 5,6 milioni di dollari con il 100% dei lotti venduti, Romanée-Conti e Armand Rousseau sugli scudi

Quando si dice, senza abusare del termine, asta da record. Perché è difficile definire diversamente una vendita all’incanto come “Celebration of Burgundy”, organizzata dalla casa d’aste americana Hart Davis Hart l’1 aprile a Chicago: 100% dei lotti venduti, per un totale di 5,6 milioni di dollari, un valore decisamente superiore alle stime iniziali, di 4,9 milioni di dollari. Gran parte del merito, com’era lecito aspettarsi trattandosi di Borgogna, va ai lotti di Romanée-Conti, che hanno raccolto 2,06 milioni di dollari, con 9 dei 10 top lot ed una cassa di Montrachet 1989 che ha messo a segno un nuovo record per la categoria, spuntando un prezzo di 77.675 dollari.
Molto bene anche Domaine Leroy che, con 120 lotti sotto il martello, ha incassato 724.110 dollari: spiccano i 53.775 dollari spuntati dalle 12 bottiglie di Chambertin del 1990. Altri 150 lotti, invece, sono arrivati direttamente dalle collezioni private di Henry Singleton, Lenoir Josey, Norman Alexander, Herbert Bridges Harris e Steven Verlin, ed hanno realizzato un totale di 1,9 milioni di dollari. “La provenienza da collezioni prestigiose e la qualità stellare dei vini battuti all’asta - ha commentato attraverso un comunicato la Hart Davis Hart - ha attirato offerte importanti e coinvolto i collezionisti più accaniti, tanto che ben 50 lotti hanno visto rialzi mai registrati in precedenza. Come la cassa di Chambertin 1990 di Armand Rousseau, quotata tra i 20.000 ed i 30.000 dollari e battuta a 38.240 dollari, o le tre magnum di Bonnes-Mares 1990 di George Roumier, arrivate a 28.000 dollari da una quotazione massima 22.000 dollari, ma anche le tre bottiglie di Corton-Charlemagne 1992 di Coche-Dury, aggiudicate a 14.340 dollari, ma stimate massimo 9.000 dollari”.