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Il Prosecco Doc ha scelto la via della sostenibilità: dal 2018 vietati “per legge” Glyfosate, Folpet, e Mancozeb per i trattamenti, e questo sarà già previsto nel “Vademecum viticolo 2017”. Lo annuncia il presidente del Consorzio Stefano Zanette

“Abbiamo piantato il primo chiodo e da qui non si torna indietro, ma la vetta è ambiziosa, il percorso verso la sostenibilità totale è lungo, dobbiamo pianificare bene le mosse successive”: così il presidente del Consorzio della Doc Prosecco Massimo Zanette, annunciando che, come anticipato qualche settimana fa, l'assemblea del Consorzio ha confermato l’impegno assunto di mettere al bando, per la vendemmia 2018, Glifosate, Folpet e Mancozeb, togliendo gli stessi principi attivi, già da quest’anno, dal “Vademecum viticolo 2017” (www.discoverproseccowine.com).
Insomma, quella che, già da questa vendemmia, sarà una libera scelta, ma molto condivisa e caldeggiata, dei produttori, dalla campagna 2018, “con un provvedimento senza precedenti, diventerà cogente, quindi obbligatorio, per tutti i produttori che vogliano vedersi garantita la possibilità di produrre Prosecco Doc”, spiega il Consorzio.

Già dall’anno in corso, il mondo della produzione è invitato ad attenersi a queste norme, come suggerisce il Vademecum (le linee guida alle quali i produttori di Prosecco Doc posso aderire volontariamente) che il Consorzio Prosecco Doc presenterà a Vinitaly (Verona, 9-12 aprile, www.vinitaly.com) in modo da prendere confidenza da subito con i nuovi orientamenti.
“Questo primo passo concreto verso la certificazione di sistema, annunciato solo un mese fa nel corso di una conferenza stampa che ha fatto molto discutere, è la conferma della grande determinazione con la quale il Consorzio sta procedendo verso la sostenibilità più spinta che includa cioè non solo pratiche agricole rispettose di acqua, aria e suolo, ma anche la sostenibilità economica e sociale. L’anno che abbiamo davanti - spiega Zanette - è il tempo necessario a consentirci di adottare, con ampio coinvolgimento della filiera, le soluzioni più idonee al raggiungimento di un obiettivo ancor più ambizioso: una certificazione di sostenibilità per l’intera Denominazione. Come ho avuto modo di spiegare ai nostri soci, questa è una scelta che potremmo definire di “responsabilità sociale”, che non ha nulla a che vedere con le valutazioni scientifiche, di competenza d’altri enti. La scienza c’è invece stata di conforto nell’assicurare che, anche senza queste sostanze, è possibile fare una viticoltura di qualità. Sono convinto - ha continuato Zanette - che al di là dei timori espressi da alcuni Soci, saremo in grado, ancora una volta, di dimostrare la maturità e la dinamicità della nostra Denominazione che così comprova di non guardare solo al profitto ma di essere in grado di interpretare in modo responsabile le attese dei consumatori e delle comunità residenti nei nostri territori. Mi appello ora al senso di responsabilità di ciascuno per portare avanti con successo il salto culturale che abbiamo deciso di compiere. È un passaggio difficile che io per primo ho voluto sperimentare nella mia azienda in modo da sapere con chiarezza ciò che vi avrei chiesto di fare”. E il Consorzio, ovviamente, assicurerà alle aziende tutto il supporto necessario per “affrontare al meglio questo delicato ma ormai irreversibile passaggio”.

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