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Quando si compra un vino puntare su Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria facendo (in via eccezionale) enoturismo “a distanza” per far ripartire l’economia post terremoto. L’invito di WineNews, che racconterà Vinitaly da una postazione speciale: le Marche

Di fronte alla scelta, quando si compra un vino, ovunque e dovunque, puntare su un’etichetta dell’Abruzzo, del Lazio, delle Marche e dell’Umbria, contribuendo a frenare gli effetti indiretti del terremoto e a far ripartire le economie dei territori, facendo - in via del tutto eccezionale - enoturismo “a distanza”. È l’invito che, come altri prima, lancia WineNews, che a Vinitaly racconterà il mondo del vino italiano da un punto di osservazione speciale: le Marche, l’unica Regione “al plurale” d’Italia che, tra le sue tante anime, accoglierà ospitandola la nostra redazione (a Verona, dal 9 al 12 aprile, con un “Info Wine Point” all’Imt-Istituto Marchigiano di Tutela Vini). Rivolgendo uno sguardo particolare a quei territori in ascesa grazie alla loro “bellezza discreta”, ma con le carte in regola per essere annoverati tra le “grandi bellezze” italiane, fatta anche di luoghi svantaggiati e purtroppo a volte sfortunati, anche il mondo della comunicazione può fare la sua parte: territori del vino, oppure no, ma che attraverso il vino è possibile conoscere.

Quando il più esteso terremoto degli ultimi secoli ha colpito Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, abbiamo guardato, inerti, le macerie, che ancora sono là, dalla prima scossa del 24 agosto 2016. Con il passare del tempo però, e uno sciame sismico inarrestabile, siamo costretti ad allargare lo sguardo fino a località anche a km di distanza, dalle quali si potrebbe ripartire, ma dove invece si cominciano a contare i danni indiretti. Come nel turismo: dalla ricettività alla ristorazione, c’è una totale mancanza, o quasi, di turisti. E l’enoturismo non fa eccezione. E così, anche nel mondo del vino, che, diversamente dall’agricoltura, non era stato colpito nei territori più vocati, gli effetti iniziano a farsi sentire, tra assenza di visite e crollo di vendite dirette in cantina. Ma in casi così estremi, quel vino lo si può anche comprare senza vedere il luogo dove nasce o conoscere chi lo produce (se lo si fa, meglio): l’importante, urgente, è farlo, anche a km di distanza, per rimettere in moto la sua economia.

Vini bianchi e rossi che, accanto a tanti prodotti di vera qualità artigiana, non solo wine & food, sono tra i motivi per andare in Abruzzo, per scoprire il Lazio, per un viaggio nelle Marche, per tornare in Umbria. Ma non sono gli unici: perché sono un “museo a cielo aperto” di città d’arte e piccoli borghi dagli Appennini al Mar Adriatico; per la natura più verde e rigogliosa, ma anche imprevedibile, d’Italia; perché hanno visto nascere importanti scuole e correnti, in un mix di cultura, arte, letteratura, musica, poesia e religione, e dato i natali ad alcuni dei più grandi personaggi della nostra storia antica e moderna; perché, accanto alla tradizione, c’è una cucina contemporanea con alcuni tra i migliori chef italiani; perché raccontano storie fantastiche e leggendarie; perché dicono di conoscere il segreto della longevità, ma è ai nostri giorni che il loro rilancio stava avvenendo, se non fosse stato per quel terribile terremoto.

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