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Abruzzo e Lombardia le Regioni dove si spende di più, i Millennials veicolano gli acquisti delle grandi denominazioni, ma a mettere d’accordo tutti ci pensano le bollicine: l’e-commerce enoico nelle ricerche di Tannico e Vinitaly Wine Club

Italia

Anche quando si parla di commercio enoico, l’importanza dei big data è tutt’altro che da sottovalutare, specie se sono a portata di mano e di semplice analisi, come la mole di informazioni che riguarda i comportamenti di acquisto degli utenti di Tannico, uno dei portali di riferimento per l’e-commerce del vino in Italia, da cui emerge uno spaccato in qualche modo sorprendente di quelle che sono le tendenze che caratterizzano gli acquisti online. Prima di tutto, Lombardia e Abruzzo si contendono il primato di high spender con una spesa media a bottiglia di 11 euro, mentre i Millennials subiscono (o cavalcano, ndr) l’effetto “riccanza” a colpi di Champagne, ed i premi delle guide si riscoprono capaci di veicolare i gusti dei wine lovers (www.tannico.it). Anche Vinitaly Wine Club, l’e-commerce di vino italiano di Vinitaly, è andato ad analizzare le dinamiche di acquisto dei propri utenti, scoprendo un interesse sempre più deciso per i vini bianchi, con le ricerche più frequenti, in termini di denominazione, che premiano invece la Franciacorta, ed in generale la conferma di una crescita dell’interesse e del consumo di vino, registrata da WineNews, che passa per la condivisione di una buona bottiglia nei momenti conviviali, specie a cena con gli amici, in una rinnovata voglia di convivialità, insieme ad una crescente consapevolezza dell’aspetto qualitativo legato al vino (www.vinitalyclub.com).
La ricerca di Tannico, che WineNews è già in grado di anticipare (presentazione il 10 aprile, a Vinitaly), a partire, appunto, dalle Regioni che spendono di più: dietro a Lombardia ed Abruzzo troviamo così Veneto (9,5 euro a bottiglia), Sicilia (8 euro) e Molise (6,5 euro). A sorpresa Gallarate vince il premio di città che investe di più per una bottiglia di vino, con il prezzo medio di vendita al pubblico per bottiglia che arriva a 17 euro (il 95% in più di Genova e il 120% in più di Napoli). Nel comparto delle bollicine, la vittoria dello Champagne è schiacciante (con una quota del 49%), grazie soprattutto all’acquisto di prodotti del gruppo Moët. Se però consideriamo la totalità delle bollicine italiane, sia da metodo classico che charmat, queste, con il Franciacorta in testa (26%), battono per due punti percentuali (51%) l’insieme di tutti gli Champagne francesi.
Ma come si comportano i diversi target? Tannico ha diviso i 50.000 wine lovers protagonisti della ricerca in tre fasce: uomini sopra i 35 anni, donne sopra i 35 anni e ragazzi fra i 18 e i 35 anni, maschi e femmine (Millennials). Le donne adulte acquistano soprattutto Champagne (24% contro il 17% dei Millennials e il 18% degli uomini). In particolare, in cima svettano le griffe Dom Pérignon e Ruinart, che nelle altre categorie non compaiono neanche nella top 20. A seguire, acquistano vini bianchi (22%), di preferenza aromatici, come il Gewürztraminer (7%, contro il 5% di uomini e Millennials). Senza troppa sorpresa i vini rossi vengono ancora acquistati in una percentuale nettamente inferiore (31%) rispetto agli uomini adulti (44%) e ai Millennials (47%). Il cliché quindi si conferma, ma è interessante vedere come le bollicine siano le più acquistate, delineando un consumo di alcol più raffinato.

I Millennials (maschi e femmine) spendono per vini d’impatto come lo Champagne e i vini d’invecchiamento (23% diviso fra Bolgheri, Barolo, Amarone e Brunello), questi ultimi addirittura più acquistati che dagli uomini adulti. Fra le bollicine, oltre allo Champagne (17%) con in cima sempre il Dom Pérignon, i Millennials sostituiscono il prosecco (8%) con un metodo classico (15%, diviso fra Franciacorta e Trento Doc). Il vino per i Millennials quindi sembra essere una carta da usare durante le occasioni per stupire e farsi notare, e meno per un consumo quotidiano.

Gli uomini adulti restano la fascia più equilibrata, spaziando attraverso tutte le fasce di bianchi (21%), rossi (44%) e bollicine (35%), con una predilezione per i rossi da invecchiamento (20% diviso fra Bolgheri, Barolo, Amarone e Brunello) che comunque non equipara a gran sorpresa quella dei Millennials (23%). Viene da chiedersi allora se il giusto match, quando si tratta di stappare una bottiglia, non sia fra donne adulte e Millennials, invece che fra uomini e donne della stessa fascia d’età. In termini di acquisto di bottiglie di maggior valore divise per regione, in cima alla classifica ci sono Marche, Emilia e Friuli, con un prezzo per bottiglia di oltre 19 euro. In fondo troviamo la Liguria, la Basilicata e, a sorpresa, la Valle d’Aosta con 15-16 euro per bottiglia.
Diverso l’impianto della ricerca di Vinitaly Wine Club, volta a cogliere le dinamiche di acquisto più rilevanti, piuttosto che a fotografare lo status quo. Innanzitutto, il 2017 ha registrato un incremento del 100% dei visitatori dell’e-shop, con le ricerche dei vini bianchi cresciute, sui primi due mesi 2016, del 200%, contro il +80% dei rossi, il +130% delle bollicine ed il +25% dei vini dolci. Sul podio dei vitigni più cercati, fra i bianchi lo Chardonnay, con un +170%, il Gewürztraminer (+140%) e l’autoctono Verdicchio (+20%), mentre fra i rossi aumentano le richieste di Nero d’Avola e Aglianico, a dispetto del Primitivo e del Sangiovese, che scendono entrambi nella classifica dei vini più cercati online. In crescita netta sul 2016 anche il Pinot Nero.
Fra le denominazioni più ricercate nel 2017, la Franciacorta si aggiudica il primo posto della top 5, completata da Trentodoc, Amarone, Barolo e Barbaresco. Bene la crescita anche del quadro vitivinicolo regionale, con ottimi riscontri in termini di ricerche per i vini della Sicilia (specie per i rossi autoctoni), del Veneto, della Toscana e della Sardegna. In aumento anche Campania, Marche, Emilia-Romagna, quest’ultima in particolar modo per i suoi vini bianchi.

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