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L’Italia esporta il 21% del vino nel mondo, con un export record di 5,6 miliardi di euro nel 2016. A Vinitaly, il 10 aprile, focus su “Il mercato mondiale del vino, Outlook 2020” (con Vinitaly, Ismea, Politiche Agricole, Cofco, Alibaba e Bevology)

Il mercato del vino è sempre più globale, e gli scenari del prossimo futuro, soprattutto in un momento di grande cambiamento, sono fondamentali da interpretare. Ed è proprio questo l’obiettivo de “Il mercato mondiale del vino, Outlook 2020”, organizzato da Ismea e Vinitaly, di scena lunedì 10 aprile a Veronafiere, nel clou della più importante kermesse dedicata al vino italiano (9-12 aprile, www.vinitaly.com). Appuntamento a cui l’Italia si presenta come secondo Paese esportatore di vino al mondo, con una quota di mercato del 21%, per un valore registrato nel 2016 di oltre 5,6 miliardi di euro e una crescita sull’anno precedente del 4,3%. Con il vino che è anche il prodotto agroalimentare che registra di gran lunga il miglior saldo commerciale con un surplus che supera i 5,3 miliardi di euro. Nell’incontro si confronteranno Giovanni Mantovani, dg Veronafiere, Raffaele Borriello, dg Ismea, Steve Raye, Presidente di Bevology, Aline Bao, responsabile acquisti internazionali Cofco (China National Cereals, Oils and Foodstuffs Corporation); Rodrigo Cipriani Foresio, Country Manager Alibaba per Italia, Spagna e Grecia, ed il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina.
Per fotografare lo stato dell’arte di “una superpotenza enologica come l’Italia, che trova in Veronafiere il proprio habitat commerciale per l’export. In questa edizione, infatti, il trend delle presenze estere si prospetta in crescita con nuovi buyer registrati provenienti in particolare da Cina, Usa, Regno Unito, Russia e Nord Europa, grazie anche alla collaborazione di Ice-Agenzia nel quadro del Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy di Ministero dello Sviluppo Economico e Politiche Agricole. Nel 2016 su 130.000 visitatori, 49.000 erano operatori esteri di cui 28.000 buyer da 140 Paesi.

“L’impegno diretto di Vinitaly sul fronte dell’incoming dei trader è imponente - sottolinea il Presidente di Veronafiere, Maurizio Danese - con una selezione che si è svolta in 35 Paesi ritenuti dagli espositori più interessanti per l’export. Un’ulteriore accelerazione sul fronte del business che Vinitaly si sente di dover sostenere in un momento cruciale per l’export del vigneto Italia nel contesto di una congiuntura internazionale che sta ridisegnando la geografia del mercato”.
Per il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani: “lo scacchiere della domanda mondiale sta cambiando in modo più significativo rispetto al passato, basti pensare che dal 2010 a oggi il mercato italiano nei Paesi extra-Ue è cresciuto in valore del 51% mentre l’incremento della domanda Ue nello stesso periodo è stato del 38%. Ma non basta, serve lavorare sul brand e quindi sul prezzo medio - ancora troppo basso - e recuperare terreno su alcuni mercati emergenti come la Cina, che vedrà aumentare i consumi di vino del 79% da qui al 2020”.

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