02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Samba triste per il Brasile, fra scandali politici ed depressione economica post-Olimpiadi 2016, ma per “Wine Intelligence” il mercato del vino nel paese più popoloso del subcontinente si starebbe (lentamente) riorientando verso la crescita

Sono ben lontani in Brasile i “sogni di gloria” dei mondiali di calcio del 2014 e dei giochi olimpici del 2016, quando i prezzi di petrolio e gas garantivano al Paese tassi di crescita economica rilevanti e visibilità mondiale: il tracollo dei prezzi delle commodities energetiche, accoppiato a una crescente instabilità sociale e all’enorme scandalo politico associato a Petrobras, ha contribuito a far flettere notevolmente il Pil brasiliano, mentre al contempo il tasso di disoccupazione è andato in senso inverso. Un panorama che di certo non lascia ben sperare per il mercato del vino in Brasile, che già negli anni pre-crisi si reggeva in larga parte sui vini domestici; ma secondo l’analista di “Wine Intelligence” Luis Osorio (www.wineintelligence.com), il mercato enoico brasiliano starebbe mostrando dei timidi segni di ripresa.
Il consumo complessivo, nota Osorio, è in effetti calato tra il 2011 e il 2015, passando da 324 a 306 milioni di litri, ma il picco negativo è stato raggiunto un anno prima, con i 301,5 milioni di litri del 2014: inoltre, la coorte dei brasiliani che bevono regolarmente vino, che è cresciuta di ben otto milioni di unità dal 2010, arrivando agli attuali 30 milioni circa - l’ottanta per cento dei quali beve vino importato almeno due volte l’anno. E sono proprio i bevitori di etichette estere ad aver alimentato l’aumento di spesa nel mercato off-trade che si è verificato a partire dal 2014, sebbene il mercato enoico brasiliano si regga ancora per il 75% sui vini nazionali, grazie al peso non certo secondario dei dazi sulle importazioni. E sebbene gli enoappassionati brasiliani “esterofili” siano particolarmente affezionati ai prodotti provenienti da Cile, Portogallo, Spagna e Paraguay, i loro criteri principali di selezione rimangono la conoscenza del brand e il vitigno utilizzato per produrre un dato vino: tutti fattori che, sebbene con moderazione, fanno suggerire a Osorio di non perdere di vista le evoluzioni prossime venture di un mercato come quello brasiliano.
Mercato che, secondo i più recenti dati Wine Monitor - Nomisma, ha chiuso il 2016 con l’import a -3% in valore e a +12% in volume (e da cinque anni in un range compreso tra gli 800.000 e 900.000 ettolitri), con la presenza di vini premium sempre più contenuta. Senza contare il Pil in calo per il secondo anno consecutivo e una valuta nazionale ancora pesantemente deprezzata sui mercati internazionali...

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli