02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Anche grazie ad export record (5,6 miliardi di euro) e ad un mercato interno in ripresa (+1%), le imprese del vino si confermano tra le più sane del comparto, con tassi di default molto bassi: a dirlo Osservatorio Crif Ratings - Wine Monitor Nomisma

Italia
Le imprese del vino si confermano tra le più sane del comparto: ricerca Crif Ratings e Wine Monitor Nomisma

Il vino italiano ha archiviato un 2016 ampiamente positivo, con un nuovo record nelle esportazioni, a 5,6 miliardi di Euro in valore (+4,2%), e un mercato interno che registra una lieve ripresa, con un +1% in valore nelle vendite nella grande distribuzione, e anche come conseguenza di questo exploit le società del settore godono di ottima salute dal punto di vista finanziario, con tassi di default ampiamente inferiori rispetto a quelli della media del comparto agroalimentare nazionale: a dirlo le più recenti analisi dell’osservatorio congiunti Crif Ratings - Wine Monitor Nomisma, che hanno comparato i tassi di default relativi a sofferenze bancarie e incagli (meglio noti come “Basilea past-due 90”) e quelli pubblici (ovvero derivanti da procedure concorsuali o pregiudizievoli).
La comparazione è senz’altro lusinghiera per il mondo di Bacco tricolore, dato che nel 2016 i tassi di default Basilea e pubblico del settore vino si sono attestati, nell’ordine, al 2,8% e allo 0,5%, ampiamente inferiori rispetto a quelli medi delle aziende del comparto nazionale food & beverage, che si sono attestati al 3,6% e allo 0,7%. Inoltre, il livello di rischiosità del comparto continua a ridursi nel 2016, come testimoniato dal calo dei default Basilea (dal 3,9% del 2015 al 2,8% del 2016), un livello molto più contenuto rispetto agli standard pre-crisi (2007-2008). E ancora, i default pubblici si sono ormai stabilizzati attorno allo 0,5% (2016 e 2015), un livello sostanzialmente allineato a quanto rilevato prima dei difficili anni di crisi economica, dopo un periodo di picco che è rientrato anche a causa delle politiche monetarie messe in atto dalla Banca Centrale Europea.
In un’ottica di rischio di credito, ammonisce però il report congiunto, la relazione tra insolvenze finanziare e dinamiche di mercato impone un’attenta riflessione sulla focalizzazione del business e sulla capacità delle imprese di riposizionare la propria offerta. Mercati geografici, canali commerciali e composizione merceologica dell’offerta produttiva sono tutti elementi rilevanti per valutare il rischio di credito delle imprese del comparto, e da questo punto di vista l’incertezza che caratterizza sia gli Stati Uniti d’America che il Regno Unito, entrambi mercati imprescindibili per le aziende del vino italiano, non può che preoccupare, almeno in potenza ...

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli