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Tra le Anteprime delle denominazioni top del Bel Paese e Vinitaly, ecco le quotazioni dei più importanti vini Dop d’Italia (dati Ismea): tra i rossi sempre Brunello, Amarone e Barolo al vertice, il Prosecco Docg in testa tra i bianchi

Italia
Tra Anteprime delle denominazioni top e Vinitaly, ecco le quotazioni dei più importanti vini Dop d’Italia, su dati Ismea

Come stanno andando i prezzi al quintale delle maggiori denominazioni italiane a tre mesi dall’inizio di questo 2017? Una domanda che arriva dopo le varie kermesse di presentazione delle denominazioni più importanti d’Italia e a ridosso di Vinitaly, tappe fondamentali per il pieno dispiegarsi delle transazioni commerciali sui maggiori mercati internazionali del vino, che continuano ad amare il made in Italy in bottiglia.

La risposta è contenuta nei dati forniti regolarmente da Ismea (www.ismea.it) che, nel suo ultimo report di febbraio, mette nel podio della sua top ten, per le denominazioni rossiste, il Brunello di Montalcino a 1.010 euro al quintale (si parla di prezzo alla produzione, franco magazzino produttore, e Iva esclusa, precisa Ismea), a +14% sullo stesso periodo del 2016, poi il Barolo a 820,00 euro +2,5% sul 2016 e a seguire il Barbaresco a 480 euro (+12,9%). Al quarto posto c’è il Nebbiolo d’Alba a 295,00 euro al quintale e a seguire il Valpolicella a 250,00 euro a quintale, il Chianti Classico a 225,00, che fa segnare una inversione di tendenza (-18% sul 2016), l’Alto Adige Classico della sottozona di Caldaro a 189,00 euro al quintale (+1,6% sul 2016), il trentino Teroldego Rotaliano a 185,00 euro (+2,8%), il Barbera d’Alba a 170 euro (+13,3%) e a chiudere il Dolcetto Diano/Alba 150,00 +15,4%.
Il dato di Ismea sulla Valpolicella, inoltre è rilevato in modo aggregato, quindi, non emerge il peso, tendenzialmente rilevante, dell’Amarone che continua a veleggiare sugli 850-900 euro a quintale (stime del Consorzio dei Vini della Valpolicella, ndr), inserendosi di fatto nel podio al secondo posto, superando anche il Barolo.

Sul fronte bianchista, la top ten di Ismea vede al comando il Conegliano Valdobbiadene Prosecco che viaggia a 260,00 euro al quintale (+11,8 sul 2016), al secondo posto il Trento Pinot Nero (vinificato in bianco per la spumantizzazione) a 235,00 euro e al terzo il Prosecco a 185,00 euro (in controtendenza a -8,6% sul 2016). Ai piedi del podio c’è il Roero Arneis con 170,00 euro al quintale (+6,3%), l’Asti Moscato a 160,000 euro, i bianchi per la produzione del Marsala 152,50 euro a +21% sul 2016, il Cirò Bianco a 138,30 euro, segue ancora un siciliano, l’Alcamo bianco, a 109,00 euro (+8,5%), il Friulano del Grave a 105,00 euro e a concludere questa sorta di classifica l’Orvieto Classico a 100,00 euro al quintale.

Una situazione, quella fotografata da Ismea, che individua bene il progresso delle denominazioni piemontesi che, pur non vantando i primi posti assoluti, continuano a crescere sia sul fronte dei rossi che su quello dei bianchi, dove non sorprende il primato del Prosecco Conegliano Valdobbiadene.
Ripresa per la Sicilia bianchista con ben due vini nella top ten. Anche se, vale la pena ricordarlo, mancano dalle rilevazione i bianchi dell’Alto Adige che, di solito, dominano le quotazioni bianchiste. Toscana forte del suo primato nazionale in fatto di rossi con il Brunello veramente “imprendibile” per gli altri.

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