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“L’affaire Ocm Promozione sta raggiungendo il colmo, il Ministero intervenga”: così Federvini, con il dg Ottavio Cagiano. Mastroberadino (Grandi Marchi): “ricorsi, da Tar reprimenda a Politiche Agricole, memoria difensiva “striminzita” e in ritardo”

“L’affaire Promozione sta raggiungendo il colmo. Sono a rischio milioni di euro che avrebbero dovuto essere messi a disposizione già da mesi, mentre i produttori dei Paesi concorrenti stanno sviluppando regolarmente i propri programmi promozionali. Si tratta di fondi espressamente destinati alla promozione nei Paesi terzi, dove oggi il settore vitivinicolo italiano sta giocando una delle sue partite più importanti. Per questo motivo chiediamo, ancora una volta, al Ministro Martina un’attenzione particolare alla vicenda ed interventi concreti per sbloccare la situazione”. Così il dg di Federvini, Ottavio Cagiano, sulla vicenda Ocm che, come già riportato nei giorni scorsi da WineNews (https://goo.gl/0g9G5V), vede davvero a rischio tutto il pacchetto promozione dell’Ocm vino per l’annualità 2016-2017, ovvero i 30 milioni di quota nazionale e, a caduta, c’è chi non esclude anche i 70 milioni di euro in mano alle Regioni, già assegnati da tempo.
Una vicenda che si arricchisce di ipotesi ed interpretazioni incerte, dovute anche al silenzio delle istituzioni preposte a gestirla, dal Ministero delle Politiche Agricole (il Ministro Martina pochi giorni fa nella presentazione di Vinitaly, a WineNews, ha risposto con un laconico “stiamo lavorando al meglio per non perdere risorse”, https://goo.gl/YNByzj).
Ma le notizie che arrivano sembrano dire altro.
“Da quanto si apprende da notizie di agenzia, in occasione della prima udienza della seconda sezione del Tar del Lazio del 21 marzo, in merito ai ricorsi dei proponenti italiani esclusi dalla seconda graduatoria del Bando Ocm Vino Promozione del 26 maggio 2016, il presidente del Collegio avrebbe denunciato la mancata costituzione, nei termini previsti, del ministero delle Politiche Agricole attraverso l’Avvocatura Generale dello Stato. Una reprimenda che la dice lunga sull’attenzione con cui viene affrontata la situazione dal Ministero delle Politiche Agricole, perpetuando così una fase di stallo che sembra non avere fine e che blocca una risorsa strategica per l’export della prima voce agroalimentare italiana”, scrive il presidente dell’Istituto del Vino italiano di Qualità Grandi Marchi, Piero Mastroberardino (che è anche presidente del Gruppo di Vino di Federvini, ndr), “in relazione a quanto rilevato ieri dal presidente del Collegio del Tar, che ha inoltre stigmatizzato - si legge in una nota - la “striminzita memoria difensiva” del Ministero, presentata oltre i tempi consentiti”.
Per il presidente delle 19 imprese che insieme totalizzano l’8% dell’intero export del vino italiano (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi), “dobbiamo purtroppo ancora una volta prendere atto dello stato di inerzia e di assenza di confronto, che sta caratterizzando la condotta del dicastero competente nella gestione di questa vicenda, con il rischio ormai concreto di compromettere l’attuale e la futura dotazione finanziaria che, occorre dire, è compartecipata al 50% dalle aziende vitivinicole italiane. Evitare di affrontare il problema equivale a non risolverlo, a tutto danno di un comparto da tutti definito strategico e che oggi si trova a dover affrontare le sfide del mercato in una condizione di svantaggio rispetto ai suoi competitor europei, che già da mesi hanno avviato correttamente i propri programmi di promozione. Purtroppo, nonostante le numerose richieste avanzate per ottenere un confronto e trovare una soluzione, ad oggi nessun passo in avanti è stato fatto. Ancora una volta chiediamo al Ministro Martina di essere ascoltati e - ha concluso Mastroberardino - di intervenire per uscire da una situazione che ha assunto profili a dir poco grotteschi”.
La vertenza, spiega il comunicato dell’Istituto Grandi Marchi, è stata trattenuta in decisione dal collegio giudicante e la sentenza potrà essere emessa nei prossimi 60 giorni. Nel frattempo, la Corte dei Conti avrebbe aperto un fascicolo sulla vertenza per verificare il possibile danno erariale.

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