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“I primi decreti attuativi al Testo Unico (36) arriveranno in poche settimane per terminare in autunno”: il vice Ministro Andrea Olivero nel convegno con Ais a Roma. Federvini: un’unica stanza di ascolto. Uiv: filiera compatta e confronto sano

“Stiamo lavorando intensamente sui 36 decreti attuativi del Testo Unico” che arriveranno entro poche settimane. “Credo che si possa rassicurare tutti sul fatto che non ci saranno ritardi; la macchina è partita, tutto è attivato ci siamo divisi i compiti, le carte non stanno dormendo nei cassetti. Diciamo che entro l’autunno potremmo aver terminato il lavoro”. Lo ha annunciato oggi il vice Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero, nel convegno promosso dall’Ais-Associazione Italiana Sommelier “Il vino italiano tra aspettative e cambiamento. Un’analisi approfondita alla luce del Nuovo Testo Unico sul Vino” con il patrocinio del Ministero oggi a Roma, per fare un’analisi del settore alla luce del nuovo Testo, insieme a tutti i rappresentati della filiera. Piero Mastroberardino, presidente del Gruppo Vino di Federvini e dell’Istituto Vino Italiano di Qualità-Grandi Marchi ha chiesto al vice Ministro di avere un’unica stanza di ascolto per accorciare il più possibile i tempi per l’attuazione dei decreti. “Come è stato per l’approvazione del Testo - ha detto Paolo Castelletti, segretario generale Uiv-Unione Itlaiana Vini - auspichiamo che la filiera si mantenga compatta anche in questa fase di confronto con il Ministero e continui lo stesso confronto sano, reale ed etico della fase iniziale, visto che i regolamenti attuativi rappresentano un percorso strategico tanto quanto la norma generale stessa. Rispetto al percorso di approvazione, poi, oltre al Ministero e alla filiera, andrebbero coinvolte le due Camere del Parlamento e la Conferenza Stato Regioni, in una logica di condivisione che permetta di accelerare i tempi e dare così piena efficacia alla più importante disciplina del nostro settore”. L’Ais, ha detto il presidente Antonello Maietta, punta ad essere un valido interlocutore per le istituzioni in questa fase di lavoro, mentre il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, auspica che il Testo venga recepito al meglio dal mondo del vino: “si tratta di leggerlo e capirlo bene e di adeguarsi alle nuove regole scritte per dare maggiore credibilità al settore”.

Il Testo Unico racchiude l’intera disciplina del comparto in 91 articoli e rappresenta un esempio di regolamentazione certa e completa a livello europeo che sta innovando e semplificando le procedure e i processi all’interno del settore. Olivero ha ricordato l’importanza dei decreti attuativi del Testo Unico: “dovrà essere un lavoro molto puntuale soprattutto per il sistema dei controlli dove occorre trovare un punto di equilibrio, perchè se qualche cosa in meno significa lasciare spazio ad un calo della qualità, qualche cosa in più invece è mantenere la burocrazia attuale”.

“Dalla sua entrata in vigore il Testo Unico sta già dando buoni frutti e molte aziende ne stanno beneficiando - ha sottolineato Castelletti - chiaro che non si tratta di una mera raccolta normativa, ma di un testo organico che ha reso coerente la normativa di settore, in precedenza caratterizzata da diverse situazioni di contrapposizione e di difficile interpretazione, e ha introdotto importanti semplificazioni legislative, con l’obiettivo di rendere la vita meno complicata alle aziende, spesso troppo impegnate rispetto alla mera gestione della documentazione. Tutto ciò senza far venir meno l’efficacia del controllo. Per rendere il Testo Unico pienamente operativo - continua Castelletti - serve ora la tempestiva emanazione dei decreti attuativi che andranno a normare nei dettagli temi fondamentali”. “Nei prossimi mesi il Ministero dovrà emanare nuovi decreti attuativi o provvedere a modificare e integrare i decreti vigenti non più coerenti con la legge 238/2016 - ha spiegato Antonio Rossi responsabile del servizio giuridico e normativo dell’Uiv - la mole di lavoro è notevole, ma la sfida è decisiva per dotare il settore di norme operative più snelle e rispondenti alla realtà del comparto - spiega Antonio Rossi. Ci sono decreti che dovrebbero essere approvati nel giro di qualche mese. In particolare il Testo Unico ha disposto una semplificazione nei controllo dei vini a Dop con produzioni inferiori ai 10.000 ettolitri annui ed è necessario prevedere le relative modalità applicative, così come nelle procedure dei controlli si dovrà tener conto dei nuovi registri dematerializzati per ridurre gli adempimenti burocratici delle aziende. Altro decreto urgente è quello ai sui sistemi informatizzati di controllo, perché la legge 238 ha introdotto un sistema telematico di controllo e tracciabilità alternativo al contrassegno di stato per i vini confezionati a Doc e Igt ed è urgente rendere operativa tale possibilità definendo le disposizioni attuative. Anche il decreto sullo schedario viticolo - ha concluso Rossi - dovrà essere rivisitato per avere un miglior rilevamento e gestione dei dati delle superfici vitate e per la messa a disposizione dei dati stessi”.

Ma sono molte le luci e qualche ombra che neppure il recente Testo Unico è riuscito a eliminare. “Il tema della comunicazione nei mercati emergenti resta un punto prioritario - ha dichiarato Piero Mastroberardino - in queste aree scontiamo una debolezza rispetto ai competitor probabilmente anche a causa di un insufficiente investimento in comunicazione istituzionale a sostegno del valore del prodotto italiano”. Un tema cardine per lo sviluppo della filiera dei prossimi anni, perché se l’Italia ha un primato nella produzione su scala mondiale, Stato e amministrazioni locali dovrebbero supportare adeguatamente la comunicazione di uno dei settori più rilevanti della nostra economia in chiave di prestigio ed immagine. Accanto a questo spunto, il Testo Unico cerca di mettere ordine in una materia fino ad oggi alquanto farraginosa. Ha introdotto alcune semplificazioni, come il controllo unico aziendale. Basti pensare che oggi sono una decina gli enti deputati al controllo dei processi di produzione. “Ma quali saranno i tempi di effettiva attuazione della normativa? Ed è un sogno, nell’era digitale, immaginare che le banche dati dei controlli parlino fra loro? O che il sistema di archiviazione consenta alle autorità di attingere ad un unico documento certificato, contenente tutti i dati aziendali, in modo da evitare i disagi delle ridondanti attività di monitoraggio sul corretto funzionamento dell’intera filiera? Un sistema efficiente di archiviazione dei dati diventa d’altronde un potente strumento di investigazione e controllo e un più forte deterrente nei confronti di eventuali attività censurabili”. Vi è poi il dibattuto tema dei consorzi di tutela: il quadro normativo è ancora confuso, favorendo differenze interpretative e la nascita di contenziosi a livello nazionale. Infine il principio della terzietà nei controlli per la certificazione delle produzioni a Dop e Igp che rimane anch’esso fondamentale: avrebbe dovuto portare garanzia di affidabilità, ma anche in questo ambito il concetto di ‘ente terzo’ è stato interpretato in modo diverso nei Paesi Ue creando disparità di trattamento. Il Testo Unico, però, secondo Federvini, pur con i suoi limiti ha le potenzialità per cambiare in meglio le regole del gioco: da un approccio lineare controllore-controllato ad una visione più ampia, ossia quella del rapporto tra la filiera vino e il patrimonio sociale e culturale del Paese di cui la filiera viti-vinicola fa parte. In questa ottica “appare necessario un confronto aperto tra gli attori della filiera al fine di redigere decreti attuativi in modo coordinato e coerente con le esigenze effettive degli operatori” ha concluso Mastroberardino.

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