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Caos Ocm Vino, dopo Grandi Marchi anche Confagri Promotion (emanazione di Confagricoltura, la più grande organizzazione agricola) diffida Ministero e Agea chiedendo sospensione procedura di assegnazione e valuta danno da 7,5 milioni di euro

Un altro tassello si aggiunge alla già complicata vicenda dell’Ocm Vino promozione per l’assegnazione delle risorse 2016-2017 sulla quale, come scritto ieri da WineNews, continua uno stallo che mette a rischio l’utilizzo della dotazione per la campagna (che dovrebbe essere) in corso, mentre si dovrebbe già lavorare sul decreto per quella 2017-2018 (https://goo.gl/jDowwO ).

Dopo la diffida stragiudiziale e istanza di revoca in autotutela della graduatoria emessa in data 14 ottobre 2016 inviata al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e ai dirigenti di Ministero e Agea, nelle settimane scorse, dai Grandi Marchi, guidato da Piero Mastroberardino,
uno dei beneficiari dei fondi ammessi nella prima graduatoria e poi esclusi dalla seconda (che ha chiamato in causa anche la Procura Generale della Corte dei Conti del Lazio per valutare gli eventuali danni erariali “indiretti” ed imputabili ai funzionari in caso di accoglimento del ricorso presso il Tar del Lazio dei ricorsi pendenti sulla prima gradutatoria, che comporterebbe per altro il rischio di vedere le stesse risorse assegnate, di fatto, a più soggetti diversi, con la decisione del merito all’udienza e la Camera di Consiglio in calendario il 5 maggio, ndr), ora, riporta il portale Agricolae.eu, la stessa strada è stata percorsa da Confagri Promotion, società consortile di Confagricoltura, di cui fanno parte alcuni tra i più importanti brand del vino italiano com Gruppo Italiano Vini - Giv, Castello Banfi, Barone Ricasoli, Cecchi, Mazzei, Tenuta Setteponti, Fratelli Gancia, Tosti Group, Tenuta Setteponti,Velenosi Vini, Davide Campari Milano e oltre 50 realtà del vino del Belpaese.
“Anche in questo caso la diffida è finalizzata da una parte alla richiesta di sospensione delle procedure di assegnazione delle risorse - si legge - che il Ministero si accingerebbe ad assegnare sulla base dell’invito a presentare proposte emanato lo scorso 29 dicembre, sul presupposto che sui 13,266 milioni di euro del plafond nazionale rimasti non assegnati pendono i ricorsi amministrativi al Tar del Lazio, e dall’altra ad ottenere la riammissione in graduatoria ed ammissibilità a finanziamento dei programmi che, a detta del firmatario della diffida, sarebbero stati ingiustamente esclusi dal finanziamento sulla base di una interpretazione non univoca della norma che, di fatto, ha consentito di sbloccare tutti i programmi regionali e multi regionali che si trovavano nella medesima situazione”.
Secondo Confagri Promotion, insomma, qualcuno, in caso di accoglimento dei ricorsi da parte del Tar, dovrà rispondere dei 7,5 milioni di euro di confinanziamento prima concessi e poi revocati per le iniziative di promozione presentate da Confagri Promotion tra Usa, Russia, Ucraina, Cina, Canada, Svizzera, Norvegia, Corea del Sud e Giappone.
Comunque vada, purtroppo, va sottolineato ancora il fatto che è una vicenda che sta pregiudicando in maniera critica l’efficacia di una misura fondamentale come quella del sostegno alla promozione nei Paesi Terzi, in un quadro in cui l’export è sempre più vitale per la crescita del vino italiano nel mondo. E che, peraltro, al di là di ritardi ormai quasi strutturali, oltre al difficile utilizzo delle risorse (che anche una volta pubblicate le graduatorie e chiusi i ricorsi potranno essere effettivamente messe in campo con mesi e mesi di ritardo, visto che poi ci saranno da firmare contratti e presentare le fideiussioni), minano la competitività delle imprese del vino italiano rispetto agli altri competitor europei come Spagna e Francia. Il tutto in un silenzio da parte di Ministero e istituzioni preposte in materia che definire assordante non è semplice uso di retorica.

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