02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

Ancora ombre sul mondo dei fine wines: Sotheby’s ritira dal catalogo della sua asta internazionale una magnum di Domaine de la Romanée-Conti 1959, dopo un commento di un lettore di “The Drinks Business” che ne mette in dubbio l’autenticità

Non si placano - anzi - le incertezze e le notizie che circondano il mondo dorato dei fine wines, dopo che il moltiplicarsi dei casi di contraffazione (sia dentro che fuori la “nuova frontiera” del continente asiatico) ha messo sempre più in discussione la sicurezza dei compratori sull’autenticità delle etichette sulle quali decidono di investire, spesso senza nemmeno vedere dal vivo le bottiglie in questione. E questa volta, l’innesco dell’ennesima riprova di questo fatto nasce da un commento a un articolo pubblicato da “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), che ha portato nientemeno che al ritiro di una magnum di Domaine de la Romanée-Conti 1959 dal catalogo di un’asta di dimensioni notevolissime organizzata da Sotheby’s.
La bottiglia faceva parte del catalogo dell’asta “A Monumental Collection from the Cellars of a Connoisseur” - che si svolgerà a Londra il 29 marzo prossimo, dopo la tappa newyorkese del 25 e prima della conclusione a Hong Kong il 1 aprile - ma un anonimo lettore della pubblicazione online ha commentato l’annuncio del catalogo, e la foto della bottiglia in questione, con una frase apparentemente sibillina, ma dal significato chiarissimo: “Perchè una bottiglia di DRC dovrebbe avere un’etichetta di Drouhin? L’ultima volta che ne ho vista una su una bottiglia di DRC era opera di René Dehn e Malene Meisner del The White Club - e sappiamo tutti com’è andata a finire quella storia...”.
Il commento fa contemporaneamente riferimento alla maison e negociant borgognona Joseph Drouhin - uno dei principali compratori di vini del Domaine de la Romanée-Conti fino ad almeno gli anni ‘40, dopo esserne stato imbottigliatore negli anni ‘30 - che alla famigerata vicenda del “The White Club”, un’associazione privata svizzera dedicata ai fine wines che ha finito col rappresentare una delle vicende più clamorose di falso enoico di alto livello degli ultimi anni, insieme a quella, ormai paradigmatica, del “Dr. Conti” Rudy Kurniawan.
Dato che i due fondatori del club erano soliti “allungare” i cataloghi dei propri eventi privati con bottiglie contraffatte, tra le quali spesso era possibile trovare proprio vini del Domaine de la Romanée-Conti, il commento dell’anonimo lettore di “The Drinks Business” era senz’altro ficcante, e infatti la redazione della testata ha posto la questione davanti alla stessa casa d’aste londinese, che, pur confermando il fatto che il numero della magnum conferma la vendita da DRC a Drouhin e che le loro analisi sull’etichettatura non avevano riscontrato niente di anomalo, ha nondimeno ritirato la bottiglia dal catalogo per sottoporla ad ulteriori analisi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli