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In gdo crescono vini a denominazione e spumanti, così come il bio, e flettono i formati diversi dalla canonica bottiglia, per un totale di 505 milioni di litri venduti e un valore di 1,5 miliardi di Euro. A dirlo la ricerca IRI per Vinitaly 2017

Italia
Cresce il vino nella dgo in Italia nel 2016, ricerca Iri per Vinitaly

Nel 2016 sono cresciute a ritmo sostenuto le vendite delle bottiglie di vino a denominazione d’origine e degli spumanti, il vino biologico prosegue il suo percorso di uscita dalla nicchia di mercato in cui è rimasto confinato per lungo tempo e nel contempo flettono i vini contenuti in tutti quei formati che non siano la bottiglia da 75cl.: ecco, in sintesi, le anticipazioni della ricerca sull’andamento del mercato del vino in gdo svolta dall’istituto di ricerca Iri che sarà presentata nella sua interezza durante l’edizione 2017 di Vinitaly (Verona, 9-12 aprile, www.vinitaly.com).
Il macrocosmo della gdo, non sorprendentemente, si conferma, secondo la ricerca Iri, come il canale di vendita più rilevante per il mercato del vino: nel 2016 sono stati venduti attraverso la grande distribuzione 505 milioni di litri di vino (-1% sul 2016, per un valore di 1,5 miliardi di euro, in crescita dell’1,1%) - dato questo molto importante, se si considera che nell’anno i consumi delle famiglie si sono contratti sensibilmente. Molto bene, in particolare, hanno saputo fare i vini a denominazione in bottiglia da 75 cl. (+2,7% in volume e 4,4% in valore), proseguendo e aumentando il ritmo rispetto al trend del 2015 (+1,9%), mentre i prezzi medi di Doc e Dogc tout court sono saliti del 3,2%. E, anche tra gli scaffali della gdo in Italia, è sempre più sparkling-mania, con una crescita del 7,1% in volume (a 54,53 milioni di litri) e del 7,9% in valore, a 357,59 milioni di euro - e con il prezzo medio per litro in aumento dello 0,8%, a 6,56 euro. Altrettanto si può dire, sebbene con numeri ben più contenuti, per i vini biologici, la cui crescita in gdo è, almeno in termini percentuali, impressionante: + 25,7% in volume (a 2,62 milioni di litri) per i fermi e +16,5% per gli spumanti (a 255.131 litri), e con una crescita in valore, rispettivamente, del 36,1 e 26,2%, mentre quella del prezzo medio al litro è stata dell’8,2% per i fermi, a 5,77 euro, e dell’8,3% per le bollicine, a 10,2 euro.
Inoltre, nonostante il 50% di quota delle promozioni, pur ferma da due anni, i prezzi medi per litro continuano a salire: il vino a denominazione in bottiglia da 75 cl. ha visto il proprio prezzo medio crescere dell’1,7%, a 4,81 euro, mentre quello medio indipendentemente dai formati di packaging usati è salito del 2,5%, a 4,18 euro. E, per quanto riguarda i formati, i numeri sembrano dire che tutto ciò che non è bottiglia da 75 cl. ha i giorni contati, dato che nessun formato, dai brik (-2,5%) al vino confezionato da 0,75 ai 2 litri (-8,6%) ha saputo riportare un segno più, fatta eccezione per il sempreverde bag-in-box, che ha messo a segno un +11,7% in volume, a 12,19 milioni di litri, ma un -1,8% in prezzo medio al litro, a 1,57 euro. Passando alle tipologie nella loro totalità, nel complesso i volumi sono scesi quasi in ogni caso, fatta eccezione per gli spumanti (+7,1%) e i bianchi fermi (+0,1%, a 185,23 milioni di litri), andando dal -1,3% dei rossi fermi (a 230,15 milioni) al -4,5% dei rosati fermi (a 23,31 milioni), ma i prezzi medi sono saliti per ognuna di esse, con percentuali di crescita che vanno dal +0,8% degli spumanti (a 6,56 euro) al +2,9% dei rossi fermi (3,24 eruro), passando per l’1,6% circa in più fatto registrare da bianchi fermi, rosati frizzanti e rosati fermi.
Tornando ai vini a denominazione in bottiglia da 75 cl., in cima al podio delle vendite c’è un solo nome, quel Lambrusco che nel 2016 ha saputo aumentare le vendite del 2,5% in volume e del 3,1% in valore (a 13,09 milioni di litri e 45,64 milioni di euro, e con un prezzo medio al litro a +0,6%, ovvero 3,5 euro), seguito dalla Toscana col Chianti (+4,9% in volume, a 11,99 milioni di litri, +5,3% in valore, a 63,70 milioni di euro, e un prezzo medio al litro cresciuto dello 0,4%, a 5,3 euro). Seguono, sotto i dieci milioni di litri, il Montepulciano d’Abruzzo (+3,2% in volume, +4,4% in valore e +1,2% in prezzo medio al litro), lo Chardonnay, il Barbera, la Bonarda, il Nero d’Avola, il Sangiovese, il Vermentino e il Prosecco - Prosecco che, però, è calato dell’11,4% in volume, a 4,78 milioni di litri, e del 5,5% in valore, a 30,27 milioni di euro, mentre Nero d’Avola, Vermentino, Muller Thurgau e Gutturnio sono cresciuti di oltre il 4% in volume e tra il 2,8% e il 5,9% in valore.Per quanto riguarda invece le “new entries”, ovvero quelle denominazioni con le crescite percentuali più impetuose, impossibile non citare l’exploit della Ribolla Gialla (+31,5% in volume e +31% in valore), seguita da Passerina (+27,8%/+24,4%), Valpolicella Ripasso (+23,6%/+23%), Pecorino (+18,1%/+19,2%), Pignoletto (+14,2%/+13,2%), Lagrein (+11,3%+10%), Traminer (+11%/+9,8%), Grillo (+10,8%/+12,5%), Custoza (+10,3%/+10,5%) e Cannonau (+9,3%/+7,6%). Notevole, inoltre, la crescità dell’8,2% in volume del Chianti Docg, che ha movimentato nel 2016 quasi 10 milioni di litri nella gdo italiana, per un valore di oltre 45 milioni di euro (+8,2%+8,8%).
“I primi dati sul mercato del vino nella Grande Distribuzione confermano la ripresa del mercato interno del vino in Italia”, ha commentato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere: “i consumatori cercano sugli scaffali sempre più il vino di qualità, con un conseguente aumento dei prezzi medi. E’ un processo che è sempre stato sostenuto da Vinitaly che da 13 anni organizza e promuove l’incontro tra cantine e Grande distribuzione in convegni e incontri business to business”.

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