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Fine wines, il 2017 (partito bene) sarà ancora un anno di crescita dopo un 2016 da record, dice un sondaggio del Liv-Ex. E, intanto, i top brand del mondo (come già fatto da Masseto e da Solaia) tentano di entrare nel sistema de “La Place de Bordeaux”

Italia
Sempre più top brand del mondo, come già fatto dagli italiani Masseto e Solaia, tentano di entrare nel sistema de “La Place de Bordeaux”

Se il 2016 è stato un anno di record per i vini da investimento, il 2017 è iniziato con un passo meno spedito, ma comunque positivo. Lo dicono i numeri del Liv-Ex, il benchmark di questo particolare mercato, con tutti gli indici più importanti in crescita.
Dal +0,6% di febbraio su gennaio 2017 del Fine Wine 1000, che mette insieme gli indici dedicati a Bordeaux, Borgogna, Champagne, Rodano, Italia e Resto del Mondo (all’interno del quale, però, l’Italy 100 - https://goo.gl/fpMqO1 - è in leggerissima flessione, del -0,28%, ndr), al +0,39% del Liv-ex 100, l’indice di riferimento più importante, che mette insieme i 100 vini più ricercati e scambiati al mondo (per l’Italia, ci sono Masseto 2010, Sassicaia 2009 e 2010, Ornellaia 2009 e 2010 e Solaia 2010, ndr). Con una crescita che, per tutti gli indici, è compresa tra il 20% ed il 25% nell’ultimo anno.
E le buone notizie non finiscono qui perchè, secondo un sondaggio del Liv-Ex, nel mese di gennaio 2017, tra i wine merchant, si prevede ancora crescita, che, nel caso del Liv-ex 100, dovrebbe aggirarsi in un +8% alla fine dell’anno.
Secondo la grandissima maggioranza dei membri del Liv-Ex (89%), scambi, movimenti e quotazioni cresceranno ancora; ed i più ottimismi stimano crescite addirittura nell’ordine del 30%.
Il tutto, va detto, molto legato alla vendemmia 2016 di Bordeaux, definita da più parti ottima sotto il profilo della qualità, e decisamente abbondate in qualità (si parla di un potenziale complessivo di 770 milioni di bottiglie), che fa ben sperare anche per la prossima campagna en-primeur, che sarà di scena dal 4 al 6 aprile.
Dove protagonisti saranno, come sempre i negociant, i broker, e tutto quell’insieme esclusivo di player di altissimo livello come viene definita “La Place de Bordeaux”, dove riuscire ad entrare può segnare in maniera decisiva il successo di un vino e di un brand. Lo sa bene Masseto, che è stato il primo vino italiano a riuscire in questa impresa, nel 2008, e stessa cosa è riuscita al Solaia di Antinori, nel 2010. Non a caso, due dei vini italiani più quotati al mondo e costanti protagonisti delle grandi aste internazionali. Un onore, quello di entrare in questo esclusivo club francese, che è toccato a pochi altri vini stranieri, come il californiano Opus One o il cileno Almaviva (entrambe realtà vinicole nate dalle joint-venture tra Baron Philippe de Rothshild, nel primo caso con Mondavi, e, nel secondo, con Concha y Toro, ndr). Ed ora pare che, come riporta Roger Morris su “The Drink Business”, alcune delle più famose cantine del mondo stiano addirittura abbandonando i loro canali di distribuzione tradizionale per puntare tutto su quel grande e unico “distributore mondiale” che è, in effetti, “La Place de Bordeaux”, che, grazie al valore e al prestigio intramontabile di Bordeaux attira ogni anno nella capitale della Gironde il vero “gotha” del commercio dei vini più importanti del mondo.

Un’impresa di certo non facile, ma che vale la pena tentare visto che, come spiega Morris, si tratta della tipica situazione “win-win”, ovvero deve tutte le parti ne traggono beneficio: in particolare, le cantine capaci di essere accettate dal sistema bordolese, come raccontano, per esempio, i numeri della stessa Opus One, che, in pochi anni, ha visto la propria quota di vini venduti fuori dagli Usa passare dal 16% al 52%, con la garanzia, per altro, di un posizionamento di prezzo sempre di altissimo livello.

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