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“Le scienze della sostenibilità del vino” come tema portante, la Firenze del Rinascimento come cornice, il Portogallo come Paese ospite: ecco le anticipazione del Congresso Nazionale Assoenologi n. 72 in Toscana (17-19 novembre)

“Le scienze della sostenibilità del vino” (ambientale e territoriale, culturale, enologica, economica) come tema portante, declinato da personaggi di primo piano della ricerca scientifica e culturale in tema di sostenibilità, il fascino della Firenze del Rinascimento come cornice e come augurio alla nascita di nuovi capolavori dell’enologia, il Portogallo, con i suoi Porto ed i Madeira, come Paese ospite, e grandi nomi attesi, ma ancora da svelare: ecco gli ingredienti del Congresso nazionale Assoenologi n. 72, che sarà di scena nella capitale della Toscana (Stazione Leopolda), dal 17 al 19 novembre 2017 (www.assoenologi.it).
“Spesso per sostenibilità - ha detto Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi - si intende un ritorno al passato, invece, nel nostro settore è una spinta verso il futuro. La viticoltura e la produzione vinicola possono essere sostenibili solo basandosi sui risultati delle ricerche e delle sperimentazioni. Sostenibilità significa abbattere di almeno il 20% del costo energetico in cantina, ridurre i trattamenti anticrittogamici in vigneto, accentuare la viticoltura di precisione, per giungere a sempre maggiori risultati per l’ambiente, per la qualità del vino e per l’economia aziendale”.
Tra tante arte e cultura, ci sarà anche un concerto del Maggio Fiorentino nel Salone dei Cinquecento, la sala più grande e più importante sotto il profilo storico-artistico di Palazzo Vecchio, con la collaborazione del giornalista e produttore Bruno Vespa.
“Ce n’è abbastanza perché questo Congresso (organizzato in collaborazione con Pitti Immagine, con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, della Regione Toscana e del Comune di Firenze, ndr) ci riporti a casa con un più ricco patrimonio di conoscenze. E soprattutto con la capacità di guardare al di là dei nostri confini. Che poi è il solo modo perché l’enologia possa continuare a crescere - ha aggiunto Cotarella - d’altra parte, non potrebbe essere che così, se si pensa al diffuso coinvolgimento che il vino porta da sempre con sé”.

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