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L’istituzione accademica più blasonata del mondo di Bacco, l’Institute of Masters of Wine, accoglie 4 nuovi membri, portando il totale a 356 “MW” da 29 paesi. Tra le due sponde dell’Atlantico e la Francia, ancora nessun italiano (per ora) nell’elenco

Due sudditi di Sua Maestà britannica, Mark Andrew ed Emma Dawson, uno statunitense - David Forer - e un francese, Jeremy Cukierman: ecco i nomi dei quattro più recenti membri del club più esclusivo degli studiosi del vino nel mondo, quell’Institute of Masters of Wine che da metà degli anni ‘50 certifica il più alto grado di competenza scientifica ed accademica raggiungibile nel mondo del nettare di Bacco (www.mastersofwine.org).
Come di consueto, i quattro nuovi “MW” hanno dovuto passare una lunga serie di esami teorici e pratici, tesi finale inclusa, e sottoscrivere il codice di condotta che impone loro di esercitare il ruolo che si sono guadagnati con integrità e onestà, e con lo scopo ultimo di diffondere il più possibile le loro conoscenze al pubblico generale.
Inoltre, gli argomenti delle tesi finali dei candidati sono spesso un utile indicatore di che aria tiri, per così dire, nel mondo della critica accademica: in questo caso, il co-fondatore del magazine “Noble Rot” Mark Andrew si è focalizzato sulla premiumizzazione dell’Assyrtiko secco di Santorini, il merchant parigino Jeremy Cukierman sulle prospettive future del Syrah nei vigneti dell’Hermitage, la britannica Emma Dawson sulla crescita del vino libanese come brand territoriale e il californiano David Forer ha invece analizzato un tema di stretta attualità, ovvero l’impatto di un minore afflusso di forza lavoro immigrata nei vigneti della Sonoma e della Napa.

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