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Dalla cura della cantina del bistellato Michelin “Caino”, ai vini prodotti e dedicati a Carisio, detto Caino: la storia di Maurizio Menichetti, anima, con la moglie-chef Valeria Piccini, del celebre ristorante di Montemerano, oggi produttore di vino

Italia
Maurizio Menichetti che, per 37 anni, ha curato la monumentale cantina del suo ristorante Caino, due stelle Michelin, è diventato produttore di vino

Nel 1971 Angela e Carisio, detto Caino, aprirono a Montemerano, appunto, una rivendita di vino dove poter spiluccare salumi. Che poi sarebbe diventato “Caino”, ristorante bistellato Michelin (da 19 anni), riferimento storico dell’alta cucina italiana (www.dacaino.com) con ai fornelli Valeria Piccini. Moglie di Maurizio Menichetti che per oltre 37 anni ha curato la monumentale cantina del ristorante (oltre 20.000 bottiglie con etichette da tutto il mondo, con un occhio di riguardo per i grandi rossi di Piemonte, Toscana e Francia) e che ora è diventato, o meglio è tornato ad essere, anche un produttore di vino, con il Carisio, appunto, dedicato al padre, nella versione rossa (da Sangiovese e Malvasia Nera) e bianca (Sauvignon, Procanico, Ansonica).
“In famiglia facevamo vino già quando c’era mio padre, anche quando avevamo l’osteria - racconta Menichetti, a WineNews - era una passione che ho abbandonato nel 1986, quando mio padre è morto e quando ci siamo dedicati completamente al progetto del ristorante. Poi, qualche anno fa, qui a Montemerano in campagna, dove viviamo, un nostro confinante ha venduto un pezzo di terra, e ho ripreso in mano questa idea, con una azienda agricola a mio nome. Anche grazie al fatto che mio figlio Andrea è tornato dall’America dopo diverse esperienze, e ora lavora nel ristorante. E così io, che sono in pensione da gennaio (anche se è ancora una figura fondamentale nella cantina di Da Caino) ho più tempo per dedicarmi a questo progetto”.

Poche bottiglie, giusto qualche migliaio, “che sono in carta anche al ristorante, ma senza trattamenti particolari. La prima annata ufficiale è stata la 2013, per il rosso, e la 2014, per il bianco, che è già finito. Ma è una produzione molto piccola: la vigna è molto vecchia, ha più di 50 anni, la stiamo recuperando, ma lavoriamo con rese bassissime. Sono vitigni autoctoni della zona, Sangiovese e Malvasia Nera. Poi, nel 2012, abbiamo piantato anche delle barbatelle di Sauvignon che facciamo in blend con Procanico e Ansonica. E chi i vini li ha assaggiati dice siano molto buoni…”.

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