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Macché Legge Evin, in Francia il vino nei film è sempre stato protagonista, come espressione di convivialità e condivisione. Lo dimostra una ricerca dell’Istituto Superiore di Agraria di Montpellier che ha “setacciato” 47 pellicole dal 1970 al 2014

Ma in Francia non avrebbe dovuto imperversare la Legge Evin, in vigore dal 1991? A quanto sembra no: il rigore legislativo transalpino ha subito delle battute d’arresto a dir poco sonore, come rivela una ricerca sulla presenza del vino nei film più visti nel Paese tra il 1970 ed il 2014 firmata dall’Istituto Superiore di Agricoltura di Montpellier, e riportata dal portale www.vitisphere.com, che svela come la presenza del vino nella produzione cinematografica francese è e rimane significativa, se pure come espressione di convivialità e di condivisione.

Tra il 2015 e il 2016, il professor Fouad Cheriet, docente dell’Istituto Superiore di Agraria di Montpellier, ha visto con studenti e colleghi 47 pellicole di successo al botteghino francese, usciti tra il 1970 e il 2014. 90 ore totali che hanno dato modo di esplorare l’utilizzo del vino nel cinema popolare francese. Le etichette sono apparse in modo massiccio con almeno un “cammeo” nel 92% dei film visionati, al ritmo di una bottiglia ogni 20 minuti (5,2 volte a pellicola, con una presenza di 3,5 volte per i vini rossi e 1,7 per gli Champagne). La presenza, esplicita o citata, del vino come “product placement” rappresenta i due terzi della “recitazione” del nettare di Bacco nei film francesi analizzati.
Un’occasione anche per cogliere alcuni luoghi comuni del vino: il vino rosso per i pasti regolari, in famiglia o professionali, il rosé in spiaggia, in vacanza, lo Champagne per il lusso, la seduzione e al ristorante. Insomma, la legge Evin non ha avuto alcun impatto sugli investimenti cinematografici di pubblicità delle case vinicole e i film usciti dopo il 1991 non hanno mostrato differenze sul come il vino era trattato in quelli usciti precedentemente. E la ricerca continuerà, allargandosi ad altri Paesi, in particolare sui film di Hollywood.
La legge Evin, che dal 1991 in Francia vieta ogni forma di pubblicità al vino e alle bevande alcoliche, è peraltro stata messa in discussione nel 2015 anche in seguito a un clamoroso precedente. Nel 2001, infatti, venne autorizzata la trasmissione di “Deovino”, il primo canale dedicato all’enologia e alla viticoltura, ma il Consiglio di Stato francese intervenne per bloccare le trasmissioni nel 2012. I proprietari aggirarono l’ostacolo recandosi in Lussemburgo per creare “Edonys TV”, le cui trasmissioni arrivano anche in Belgio e in Svizzera. La Francia, evidentemente, non può fare nulla se un canale televisivo straniero, pur diffondendo pubblicità su vini e alcolici, viene visto sul territorio nazionale.

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