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Caos Ocm vino: Istituto Grandi Marchi invia diffida a Ministro Martina e dirigenti Politiche Agricole e Agea, e chiede a Corte dei Conti di valutare danno erariale indiretto. Mastroberardino a WineNews: “situazione complessiva vischiosa”

Italia
Il presidente Grandi Marchi, Piero Mastroberardino

La questione dei fondi promozione dell’Ocm Vino continua a tenere banco: dopo la lettera dei giorni scorsi firmata dal presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, in cui si chiedeva di chiarire il prima possibile la situazione anche in vista del nuovo decreto per il bando 2017-2018 (https://goo.gl/WpMWZo), ora arriva la notizia che l’Istituto Grandi Marchi guidato da Piero Mastroberardino, uno dei beneficiari dei fondi ammessi nella prima graduatoria e poi esclusi dalla seconda (e realtà che mette insieme 19 nomi di primissimo piano del vino italiano, Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi, www.istitutograndimarchi.it), ha inviato al Ministro Martina, al Capo dipartimento Luca Bianchi, al dg Francesco Saverio Abate (che ha firmato il decreto che ha stabilito la seconda graduatoria nonché il secondo bando in dicembre per l’assegnazione delle risorse rimaste non assegnate - oltre 13 milioni di euro - e di cui si attende la graduatoria, ndr) al dg Agea Gabriele Papa Pagliardini e ad altri soggetti, “una diffida stragiudiziale e istanza di revoca in autotutela della graduatoria emessa in data 14 ottobre scorso (https://goo.gl/Sk8xNe) a seguito della quale, sulla base degli esiti delle verifiche precontrattuali svolte da Agea/Agecontrol, era stata disposta l’esclusione del programma denominato “Italian Wine Tour” che l’organizzazione proponente (in qualità di capofila dell’Ati raggruppante oltre 50 aziende primarie nazionali del settore) si proponeva di svolgere negli Usa, Norvegia, Svizzera, Brasile, Argentina, Bolivia, Area Africa Centrale ed altri Paesi con un investimento complessivo di 4,9 milioni di euro”, riporta l’agenzia di stampa “Il Velino”, citando il portale “Agricolae.eu”, ed è stata chiamata a vigilare anche la Procura Generale della Corte dei Conti del Lazio per valutare gli eventuali danni erariali “indiretti” ed imputabili ai funzionari in caso di accoglimento del ricorso presso il Tar del Lazio (la decisione del merito all’udienza e la Camera di Consiglio sono in calendario il 5 maggio”. In parole povere, se il Tar darà ragione all’Istituto e quei fondi, nel frattempo, saranno stati assegnati ad altri soggetti con il secondo bando, qualcuno potrebbe rispondere personalmente.
“Abbiamo inviato la comunicazione ai vari soggetti che riteniamo destinatari per competenza - commenta Mastroberardino a WineNews - con l’aspettativa che si sblocchino situazioni ingessate ormai da tempo, che stanno facendo perdere opportunità e stanno minando l’efficacia degli investimenti in promozione. Nei quali, vale la pena ricordarlo, le aziende investono quota rilevante di risorse proprie, in misura al limite del 50% previsto dai parametri, poiché è chiaro che solo una piccola quota della nostra promozione all’estero viene canalizzata in questi ambiti.
La vicenda nel suo complesso appare avviluppata in una situazione vischiosa, con numerosi ricorsi pendenti, presentati da diverse aggregazioni di imprese, tutti in attesa di giudizio, dopo la modifica alla prima graduatoria pubblicata. Ed è evidente che ogni atto successivo a quella prima graduatoria sub iudice rischia di essere invalidato da esiti giudiziari tuttora difficili da prevedere. Le risorse definite inizialmente, infatti, rischiano di trovarsi assegnate a più beneficiari in seguito a decisioni potenzialmente contrastanti assunte da diverse amministrazioni.
È una vicenda - aggiunge il presidente dei Grandi Marchi - che sconta un problema all’origine: noi ci siamo posti sin dal principio in maniera collaborativa, sin dalla prima stesura del testo del decreto che fissava i criteri. Abbiamo chiesto a più riprese una interlocuzione, ma senza fortuna. E continuiamo a ricercare momenti di dialogo e confronto, per individuare possibili soluzioni. Nel frattempo i nostri programmi vanno avanti, poiché sono deliberati e attuati con i tempi dell’impresa. D’altronde l’Istituto Grandi Marchi è nato ben prima dei programmi Ocm, dunque mal che vada le imprese faranno promozione con le sole risorse proprie. Purché poi non si venga a dire che le aziende italiane non sanno spendere le risorse pubbliche, poiché al danno si aggiungerebbe la beffa!”.
In ogni caso, la situazione si fa sempre più complicata su una misura che, negli anni, è stata fondamentale per sostenere lo sforzo delle imprese per far crescere le esportazioni di vino. E che ora, come dimostrano diversi dati e studi, al netto del successo degli spumanti e del Prosecco in particolare, sembrano iniziare a rallentare la loro corsa dopo diversi anni consecutivi di crescita importante.

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