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Bordeaux, il 2016 è da record: produzione a 770 milioni di bottiglie, con una resa di 54 ettolitri per ettaro, grazie alla grande performance del Merlot. Ottima anche la qualità, ma per le conferme si aspetta la campagna en primeur, a fine marzo

Italia
La vendemmia 2016 di Bordeaux è la più generosa degli ultimi 10 anni

Messa in archivio una delle settimane più interessanti per il vino italiano, quella della Anteprime di Toscana, capaci di offrire non solo il polso delle annate appena uscite in commercio di alcune tra le più importanti denominazioni del Belpaese, ma anche di dare un primo giudizio sull’ultima vendemmia, la 2016, definita da più parti ottima, non solo in Italia, ma anche in Francia. Almeno a Bordeaux, dove la produzione, come ricorda Gavin Quinney, produttore con Château Bauduc e collaboratore di Jancis Robinson e del blog del “Liv-ex” (www.blog.liv-ex.com), ha toccato i massimi degli ultimi 10 anni: 577,2 milioni di litri, pari a 770 milioni di bottiglie, più o meno come nel 2006, quando però nel territorio c’erano il 10% in più di vigneti. Il che si traduce in una resa per ettaro di 52 ettolitri, la più alta dal 2004, già passata alla storia come l’annata quantitativamente migliore del secolo, con una resa che all’epoca raggiunse i 54 ettolitri per ettaro.
“Il rendimento del Merlot - scrive Gavin Quinney - è il più alto proprio dal 2004, ma la qualità è decisamente più alta di allora, quando mancò l’omogeneità. Considerato che a Bordeaux l’89% dei filari è a bacca rossa, e che di questi due terzi sono a Merlot, non è sbagliato dire che si tratta di una grande annata”. La terza buona annata consecutiva, dopo una 2013 disastrosa, con le rese che crollarono a 34 ettolitri per ettaro, anche se per avere una panoramica completa, come sempre, è bene aspettare le degustazioni en primeur, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, quando tecnici e stampa giudicheranno rossi (85% della produzione), bianchi (10%), rosati (4%) e vini dolci (1%). L’attenzione, come sempre, cadrà su 3-400 etichette, le più rappresentative delle 7 denominazioni più importanti di Bordeaux (Margaux, St-Julien, Pauillac, St-Estèphe, Pessac Léognan, St-Emiliom, Pomerol), che rappresentano il 10% delle superfici della Regione, dove la resa media è, quasi ovunque, la più alta dell’ultima decade.
Allargando la visione alle 60 denominazioni di Bordeaux, e sintetizzandole in 15 tipologie, il rosso generico rappresenta il 35% della produzione, pari a 200 milioni di litri di vino, per una resa di 56,6 ettolitri ad ettaro vitato (contro i 51,1 del 2015), su una superficie di 35.700 ettari, mentre il Bordeaux Supérieur ha raggiunto i 60 milioni di litri prodotti, per una resa di 50,4 ettolitri ad ettaro su una superficie di 11.850 ettari. È importante sottolineare, però, che queste due tipologie sono prodotte in gran parte tra Rive Droite ed Entre Deux Mers, da dove arrivano due bottiglie di Bordeaux su tre, perlopiù base Merlot, che come abbiamo visto ha archiviato un 2016 spettacolare in termini di resa. Cosa che non si può dire parlando di Cabernet, l’altra varietà simbolo della Regione, predominante in denominazioni come Médoc ed Haut-Médoc - incluse Margaux, St-Julien, Pauillac e St-Estèphe - ma anche Graves e Pessac Léognan, dove sono stati prodotti 100 milioni di litri di vino: tanto, ma comunque poco più di un quinto del totale.
Bene hanno fatto anche i bianchi, sia secchi che dolci, mentre i vini generici, non a denominazione, quindi Vins de France e Vins de Pays, nella Gironda rappresentano una fetta minoritaria, che ha comunque visto una crescita enorme: nel 2016, infatti, la produzione è praticamente raddoppiata, passando dai 15,5 milioni di litri del 2015 ai 31,5 milioni di litri dell’ultima vendemmia.

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