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Feudi di San Gregorio mette la propria firma in un altro territorio del Sud Italia, con il progetto “Tempa di Zoè”, nel Cilento, in partnership con Francesco Domini, Vincenzo D’Orta e Bruno De Conciliis. Con tre vini e la voglia di crescere ancora

Italia
I vigneti del progetto Tempa di Zoe di Feudi di San Gregorio in Cilento

Feudi di San Gregorio mette la propria firma in un altro territorio del Sud Italia, con il progetto “Tempa di Zoè”, nel Cilento, evoluzione della storica partnership che vede la realtà guidata da Antonino Capaldo distribuire in esclusiva i vini della D’Orta - De Concilis, di cui Feudi diventa realtà socia insieme a Francesco Domini (dg Feudi), legatissimo al Cilento, suo territorio di nascita.
“Quattro vigne e quattro soci sono le fondamenta del nuovo progetto “Tempa di Zoè” che coinvolgerà la cantina campana Feudi di San Gregorio (www.feudi.it), Francesco Domini, Vincenzo D’Orta e Bruno De Conciliis”, si legge in una nota che racconta il progetto, il cui “obiettivo comune è quello di portare nuova attenzione verso un territorio ad altissima vocazione enoica come il Cilento”
Il nome “Tempa di Zoè” non è solo riferito a un luogo fisico ma è soprattutto una dichiarazione di intenti.
“Le “Tempe” sono le dolci colline che si rincorrono al mare, caratterizzano da nord a sud il Cilento. “Zoè”, è la parola greca che indica l’essenza della vita; il principio universale comune al mondo animale, vegetale e minerale”.
Le vigne, situate nel comune di Torchiara, si estendono su 2 ettari vitati ad Aglianico dai quali, fin dal 1997 viene prodotto “Zero”, a cui si aggiungono nel 2015 e 2016 i nuovi impianti di Aglianico e di Fiano per un totale di circa 5 ettari.
E per ora sono tre i vini prodotti: ““Zero”, ora vinificato presso Feudi, è quello di sempre: uve leggermente appassite, successiva fermentazione da lieviti spontanei e affinamento in legno. Dal 2015 è stato prodotto il primo vino interamente realizzato nella cantina di Sorbo Serpico: “Diciotto”, un Aglianico cilentano il cui nome celebra la raggiunta maggiore età del Supercampano Zero. Con la vendemmia 2016 è stato realizzato anche un vino bianco da uve Fiano, “Stella Marina”, che vedrà la luce, nella seconda parte del 2017”.
E in cantiere c’è la volontà di piantare nuove vigne in altre zone del Cilento per portare quest’area a raggiungere l’interesse che merita.
Continua così la politica di sviluppo portata avanti da Feudi di San Gregorio, che si basa sulla valorizzazione di realtà dai diversi territori da portare avanti sopratutto con delle partnership con aziende che conoscono bene le uve e le terre in cui operano da sempre. Una politica che ha portato Feudi di San Gregorio ad essere una delle realtà più importanti d’Italia, con oltre 600 ettari complessivi, di cui 400 vitati, in un percorso che, dall’Iripinia con la cantina di Sorbo Serpico, nel 2010 è partito con la prima acquisizione in Basilicata, con Basilisco, poi in Puglia, tra il 2012 ed il 2014, con Ognissole a Manduria e Cefalicchio a Canosa di Puglia. Poi è stata la volta del Friuli, con il 49% di Sirch, azienda di famiglia di Pierpaolo Sirch, che è ad di Feudi di San Gregorio, e poi la joint venture con il sommelier Federico Graziani sull’Etna, in Sicilia, con la supervisione di Salvo Foti. E poi Bolgheri, con il recente progetto di Campo alle Comete (https://goo.gl/LYDcwM).

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