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Tra sterlina debole ed incertezza economica, la “Brexit” è già costata più di 110 milioni di euro a Champagne e Bordeaux, in forte calo nel 2016 nel mercato Uk: a dirlo i dati della Fédération des Exportateurs de Vins & Spiritueux de France

La “Brexit” si avvicina alla sua concretizzazione ma, per ora, il mondo del vino, almeno sul fronte italiano, non si dice troppo preoccupato per particolari ripercussioni in quello che, per il Belpaese, è il terzo mercato mondiale in valore. Eppure, sulle due sponde della Manica, la situazione non appare proprio tranquilla. Se in Uk la Wsta - Wine & Trade Association ha inviato un documento al Governo in cui chiede attenzione affinchè ci si assicuri che “il flusso commerciale verso e fuori dalla Gran Bretagna (che tra vino e spiriti vale 17 miliardi di sterline, ndr) non venga interrotto dalla Brexit”, e che si lavori per “mantenere e rafforzare la fiducia del consumatore nella sicurezza e autenticità dei vini presenti sul mercato inglese incoraggiando allo stesso tempo l’innovazione, garantire il continuo successo e la crescita sostenuta del vino inglese”, dalla Francia arrivano notizie decisamente negative sul fronte delle esportazioni nel Regno Unito. Nel 2016 le esportazioni transalpine sono diminuite del 10% in valore (1,08 miliardi di euro) e del 7% in volume nel 2016, con i cali consistenti di Champagne e Bordeaux che hanno vanificato la crescita dei vini della Loira, della Borgogna e della Valle del Rodano, spiegano i dati della Fédération des Exportateurs de Vins & Spiritueux de France (Fevs).

Che attribuisce il calo dello Champagne (-13%, ovvero ben 66 milioni di euro in meno, dai 516 del 2015 ai 450 del 2016, ndr) nel mercato che, storicamente, ha segnato il successo delle grandi bollicine francesi, proprio agli effetti del referendum che ha dato il via libera alla “Brexit”, e che ha indebolito la sterlina, e gettato incertezza sul futuro economico in Uk.

Stessa dinamica per Bordeaux, che nel 2016 ha lasciato sul mercato inglese più di 50 milioni di euro, con un calo del 26%, passando dai 204 milioni di euro del 2015 ai 150 del 2016
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