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Anteprime Toscana - Chianti 2016, vini freschi e immediatamente piacevoli, e Riserva 2014, belle sorprese a dispetto della difficoltà del millesimo. La top 10 di WineNews. Il presidente Consorzio del Chianti Busi rilancia l’idea di un “Wine Tuscany”

Italia
Il presidente del Consorzio del Chianti, Giovanni Busi

I primi “vagiti” dell’annata 2016 arrivano dai Chianti, offrendo vino freschi e immediatamente piacevoli; qualche incertezza in più per le Riserva 2014, capaci però di esprimere qualche bella sorpresa a dispetto della difficoltà del millesimo. Ecco, in sintesi, “Chianti Lovers Anteprima” 2017, che ha presentato sui banchi d’assaggio le nuove annate della denominazione che si estende praticamente in tutta la Toscana enoica.
I Chianti 2016, prodotti nelle diverse sottozone (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina), esprimono in generale elementi qualitativi positivi: dai profili aromatici dove i fruttati sono puliti e freschi, alle progressioni gustative che, in termini di piacevolezza, sono a dir poco centrate per la tipologia, definendo un millesimo decisamente “chiantigiano”. Per i Chianti Riserva 2014 (e per i Chianti di qualche produttore che non è ancora uscito con l’”annata” 2014) il giudizio è certamente meno lineare e, in qualche caso, la criticità dell’annata ha pesato sul risultato finale, con vini un po’ diluiti e molto tenui nei profumi. Ma non sono mancate le interpretazioni centrate, che hanno consegnato prodotti non solo dignitosi, ma anche capaci di qualche deciso acuto.
E se, molto probabilmente, i “radical chic” della degustazione continuano a guardare la Docg Chianti come la cenerentola del panorama enoico toscano, i passi in avanti qualitativi delle molte realtà che compongono questo ampissimo mosaico sono stati evidenti. Certo, stiamo parlando di una denominazione che “sforna” più o meno 110 milioni di bottiglie ogni anno, ma anche nella quantità ci può (e per come sono strutturati i mercati internazionali, ci deve) essere anche la qualità.

Ma veniamo ai vini. La “top 10” degli assaggi chiantigiani di WineNews comprende soltanto vini non ancora in commercio:
si tratta di vini in maggioranza ancora in fase di affinamento ma che sono già tendenzialmente leggibili anche se il “sistema Anteprime” mostra qui una sua debolezza, arrivando un periodo dell’anno in cui si preferisce lasciare riposare ancora i vini prima dell’imbottigliamento in vista del ProWein di Düsseldorf e del Vinitaly di Verona.
Ben bilanciato e di buona freschezza aromatica il Chianti 2016 di Malenchini, un vino di impostazione semplice ma non banale, che fa della piacevolezza il suo punto di forza pur non rinunciando ad un certo carattere sia nei profumi che incrociano il frutto alla terra e sia al gusto, dove non manca un tannino nervoso e un’acidità piacevolmente presente. Da farsi ancora completamente, ma presentando già una fisionomia definita il Chianti “Sorrettole” 2016 de La Querce, fresco e ben ritmato. Succoso e molto vivace il sorso del Chinati “Santa Cristina” 2015 di Castelvecchio, dai profumi chiari e continui. Molto godibile il Chianti “Le Terre di Poppiano” 2016 di Conte Guicciardini, un vino scorrevole e profumato di bella pulizia. Finezza e gusto non banale per il Chianti Rufina 2015 della Fattoria Il Lago, un vino sottile e verticale, espressivo e originale. Impatto gustativo sapido e profumi sfumati per il Chianti Rufina 2015 di Selvapiana, vino sempre riconoscibile e di carattere. Un po’ più lento nel bicchiere il Chianti Rufina 2015 di Frascole, un vino pieno e continuo al sorso, dai profumi di sottobosco e mirtillo. Trova una definizione aromatica tutta compresa tra l’incrocio di note floreali e cenni tostati il Chianti Rufina “Nipozzano” Riserva 2014 di Frescobaldi, un vino che interpreta un’annata complicata con autorità, evidenziando una progressione gustativa fresca e sapida. Schietto e molto tipico il Chianti Colli Senesi 2016 de Il Poderaccio, un vino che non manca di qualche rusticità ma che si dimostra coerente e caratteriale. Semplice ma ben fatto, e tutto orientato alla piacevolezza, il Chianti Colli Senesi 2016 della Fattoria Casabianca.

Focus - Il presidente del Consorzio del Chianti, Giovanni Busi rilancia l’idea di un “Wine Tuscany”. I numeri della docg più importante della Toscana
L’Anteprima del Chianti (che, quest’anno, il Consorzio ha deciso di aprire al grande pubblico, con tanto di partecipazione del sindaco di Firenze Dario Nardella, ndr), è stata l’occasione per fare il bilancio del 2016: il Chianti, che ad oggi è la prima Denominazione italiana di vini rossi fermi per produzione/commercializzazione, ha una produzione complessiva di 800.000 ettolitri, un valore che si aggira intorno ai 400 milioni di euro e 87 milioni di bottiglie in commercio; il 70% è destinato all'export per i mercati quali Usa, Germania, Inghilterra e Giappone, con attenzione sempre maggiore al Sud America e all’Asia dove il Consorzio sta sviluppando nuovi rapporti commerciali.
Nell’Anteprima 2017, che ha permesso di raccontare le cantine e la loro storia del vino italiano più conosciuto al mondo, il presidente Busi ha rilanciato la proposta di un “Wine Tuscany”, un appuntamento dove coinvolgere tutti i Consorzi della Toscana per una grande festa del vino: “il sistema vino della Toscana paga un’eccessiva frammentazione, quando, invece, sarebbe opportuno fare squadra per valorizzare e lanciare nel mondo la settimana delle Anteprime di Toscana. E su questo è importante contare sulla collaborazione della Regione Toscana e del governatore Enrico Rossi: dobbiamo fare un’operazione tutti insieme. Perché la tradizionale settimana delle Anteprime sparse per la Toscana, fatte direttamente nei territori delle denominazioni, non avrà mai lo stesso richiamo economico e mediatico di un appuntamento che vedrebbe nella stessa cornice tutte le grandi denominazioni. Un pezzo pregiato della storia toscana come il vino, esposto in una terrazza sul mondo nel pieno del trading del settore”.

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