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Da Conegliano Valdobbiadene alla città spagnola di Cambados, in Galizia, cuore della produzione dell’Albariño: ieri il passaggio di testimone come Città Europea del Vino. In un anno, nelle terre del Prosecco, +12% di presenze turistiche

Da Conegliano Valdobbiadene alla città spagnola di Cambados, in Galizia, cuore della produzione dell’Albariño. Ieri a Bruxelles si è celebrato il passaggio di testimone tra le due località come Città Europea del Vino dell’anno, con il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e Fátima Abal, sindaca di Cambados. Per il 2016 il titolo di Città europea del Vino a Conegliano Valdobbiadene in realtà ha compreso tutti i 15 comuni della zona del Prosecco Superiore Docg, che hanno organizzato in 12 mesi ben 180 eventi contribuendo, secondo i primi bilanci, ad un incremento dell’8% delle presenze turistiche. La cerimonia è stata anche l’occasione per conferire il titolo di “Ambassador della Cultura e Territorio di Conegliano Valdobbiadone” al presidente Zaia, che ha ribadito il suo impegno per ottenere il riconoscimento come Patrimonio Unesco, dopo che lo scorso gennaio la candidatura è stata ufficialmente presentata, “l’unico riconoscimento che manca dei quattro da me lanciati quando ero Ministro - ha ricordato Zaia - l’alberello di Pantelleria, la pizza e la dieta mediterranea, sono entrati nella Lista Unesco. Adesso tocca alle colline del Prosecco”.

Focus - Zaia: “Prosecco capro espiatorio, ma è in prima linea in termini di sostenibilità”

Il Prosecco è diventato “il capro espiatorio di un sistema nazionale e internazionale in cui si utilizzano gli anticrittogamici, ma gli andrebbe riconosciuto il merito perché si sta dando delle regole prima di tutti in termini di viticoltura sostenibile”. Lo ha detto il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, a Bruxelles per l’iniziativa che ha visto il territorio di Conegliano-Valdobbiadene fregiarsi del titolo di Città europea del vino 2016. “Le colline alla sinistra del Piave ora sono candidate dall’Italia a Patrimonio Unesco, ha ricordato Zaia, passando il testimone di Città del vino alla municipalità spagnola di Cambados (Galizia), prima di tornare sulle polemiche circa l’utilizzo dei prodotti agrochimici nell’area di produzione del Prosecco. “Si fa passare l’idea che il Prosecco sia una pecora nera quando invece ha iniziato per primo un percorso che porterà tutta la produzione viticola veneta, non solo del Prosecco, a un sistema di certificazione ambientale totale. Si parla tanto del diserbante glifosato e nei quindici comuni dove si produce il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg è già stato deciso di non utilizzarlo più. Però questo - ha chiuso Zaia - non si dice”.

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