San Gimignano svela l’annata 2016 e Riserva 2015 della Vernaccia (12 febbraio), prima Doc bianchista in Italia. Nel 2016 l’export al 52% delle vendite, grazie ai mercati di Germania e Usa, per un giro di affari di 16 milioni di euro l’anno

Anche quest’anno arriva puntuale la stagione delle Anteprime Toscane, e non può mancare quella del vino bianco tra i più famosi e antichi: la Vernaccia di San Gimignano. Tra le prime a ricevere il Doc, nel 1966, la Vernaccia presenta, dal 12 al 15 febbraio, la sua annata 2016 e la Riserva 2015 (www.vernaccia.it). Rivolto verso le sfide future, il bianco di San Gimignano vanta dati molto positivi nel 2016, in continuità con gli anni precedenti, mantenendo la percentuale di Vernaccia destinata all’export pari al 52%, di cui il 27,5% al mercato europeo, il 18,9% al mercato americano, il 4,7% a quello asiatico. In Europa il maggiore mercato si conferma quello tedesco che da solo assorbe il 9,8% dell’esportazione, seguito da Svizzera (3,8%), Inghilterra (2,7%) e Olanda (2,6%). Ma il migliore mercato in assoluto resta quello statunitense, a cui è destinato il 16,3% della produzione, pari a 898.372 bottiglie.
Nel 2016 sono state prodotte 5.343.942 bottiglie di Vernaccia delle annate 2015 e precedenti, in linea con la media di produzione degli ultimi anni, pari ad un giro di affari di 16 milioni di euro, circa il 40% del valore totale del settore vinicolo a San Gimignano, che è di 39,7 milioni di euro. La quantità totale prodotta nel 2016 è di 42.591 ettolitri da 719 ettari rivendicati nell’anno, leggermente superiore al 2015, quando furono prodotti 41.056 ettolitri.
In presentazione dell’annata, che celebra l’anniversario n. 50 della Doc, verranno presentate 83 etichette del bianco più nobile di Toscana, che vanta una storia antica, risalente al 1200, ed è da sempre sulle tavole di signori e Papi. È l’unico vino a vantare citazioni tanto celebri, da Dante al Boccaccio, da Eustache Deschamps a Geoffrey Chaucer, dal Vasari a Michelangelo Buonarroti il giovane fino a Francesco Redi.