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In Toscana è tempo di Anteprime, ma anche di bilanci. A partire dal Chianti (12 febbraio, Firenze), che ha chiuso il 2016 con 87 milioni di bottiglie in commercio (il 70% all’estero, specie in Usa, Uk e Germania), per un valore di 400 milioni di euro

Italia
In Toscana è tempo di Anteprime e bilanci: a partire dal Chianti, 12 febbraio, a Firenze, che ha chiuso il 2016 con 87 milioni di bottiglie in commercio

In Toscana è tempo di Anteprime, sì, ma anche di bilanci, con i dati del 2016 che iniziano a cristallizzarsi, a partire da quelli del Chianti (la vetrina dell’Annata 2016 e della Riserva 2014 il 12 febbraio a Firenze, www.consorziovinochianti.it), la più grande delle denominazioni della Toscana, che chiude l’anno con una produzione di 800.000 ettolitri, per un valore sul mercato di 400 milioni di euro, frutto di 87 milioni di bottiglie in commercio, di cui il 70% spedite all’estero, principalmente in Usa, Germania, Inghilterra e Giappone, anche se cresce l’attenzione per i mercati emergenti, specie del Sud America e dell’Asia continentale, a partire dalla Cina, dove il Consorzio sta costruendo nuovi rapporti commerciali.
Nuovi sbocchi, sull’onda di una vendemmia, la 2016, “bellissima, dalla quale ci aspettiamo vini all’altezza dell’annata - come racconta il presidente del Consorzio del Chianti Giovanni Busi - mentre la 2014 è stata più difficile, ma potremo contare su una Riserva fatta con il fiore all’occhiello della produzione, e avremo quindi anche in questo caso livelli qualitativi altissimi. In generale, il 2016 ha registrato un buon trend di crescita per il Chianti, con un +7% nelle vendite a livello nazionale nella grande distribuzione, abbinato a qualche criticità nell’export. L’obiettivo - conclude Busi - è consolidarsi nel Paese e concentrarsi parallelamente sui mercati stranieri, sia tradizionali che nuovi, a partire da Messico e Cina”.

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