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In 10 anni l’export di vino delle Marche è cresciuto del 50% in valore, soprattutto grazie ai Paesi Extra Ue. Risultati importanti, da migliorare ancora, e l’Istituto Marchigiano Vini mette sul piatto 4 milioni di euro per la promozione 2017

Regione storica del vino italiano, con i suoi Verdicchio (tra Jesi e Matelica), ma anche i vini del Conero, ed espressioni più piccole nei numeri ma ugualmente identitari come la Lacrima di Morro d’Alba, la Vernaccia di Serrapetrona, il Bianchello del Metauro e non solo, in pochi anni, Le Marche, hanno saputo affermarsi sul palcoscenico del vino mondiale. A dirlo i numeri di Nomisma: in 10 anni, l’export di vino regionale è cresciuto a valore di quasi il 50%. Gli aumenti più consistenti hanno interessato i mercati extra-Ue, tanto che oggi i Paesi terzi pesano per il 51% del totale, contro un’incidenza che nel 2005 era pari ad appena il 34%. L’incremento delle esportazioni in questi mercati è stato in linea alla media nazionale, con alcune aree come la Cina, la Russia, la Norvegia dove le dinamiche di crescita sono stati sensibilmente superiori al dato medio nazionale, così come rilevato nell’Ue con la domanda tedesca (+25%).

E, proprio per migliorare ancora questi risultati lusinghieri, l’Istituto Marchigiano Tutela Vini guidato dal Alberto Mazzoni (www.imtdoc.it), ha già messo sul piatto oltre 4 milioni di euro per la promozione internazionale, grazie ai fondi della misura promozione dell’Ocm Vino e dei Psr della Regione, ripartiti tra azioni promozionali, di informazione e pubblicitarie. Andando ad investire in tutti in mercati più importanti: “Italia, Unione europea, Usa, Canada, ,a anche Cina, Giappone, Russia, Norvegia, e India. La promozione del Verdicchio e delle altre denominazioni dell’Istituto marchigiano di tutela vini riparte quest’anno con un mix di azioni sia verso i mercati di sbocco tradizionali che sui Paesi emergenti, Cina in primis”, ha spiegato Mazzoni da Enoliexpo Adriatica (3-5 febbraio, a Fermo, www.enoliexpo.com).

“Il nostro consorzio - ha proseguito Mazzoni - è tra i primi ad aver puntato sul valore degli autoctoni, su cui ha investito oltre 20 milioni di euro di euro dal 2010 a oggi con azioni di promozione finanziate per il 40% direttamente dai nostri produttori. Una scommessa sulla nostra identità che oggi rappresenta sempre più un elemento distintivo del brand Marche”.
In particolare, tra i Paesi terzi su cui si concentra l’attività Ocm, gli Usa raccolgono oltre un terzo degli investimenti; budget importanti anche per Canada (19,3%) e Cina (18,3%). A seguire, Giappone (10,5%), Russia (7%), Norvegia e la new entry India. L’Istituto marchigiano di tutela vini unisce 465 aziende associate per 16 denominazioni di origine, di cui 4 Docg.
“Il maxi-consorzio - ha aggiunto il presidente Imt, Antonio Centocanti - è una realtà unica in Italia nel suo genere che oggi esprime l’82% dell’export delle Marche e il 45% della superficie vitata regionale, con più di 8.000 ettari tra le province di Ancona, Macerata, Pesaro-Urbino, Fermo. Un’area produttiva che fa squadra e che non investe solo in promozione: nell’ultimo biennio stati infatti impiegati oltre 13 milioni di euro tra ristrutturazione e riconversione vigneti e tecnologia in cantina”. Il programma di iniziative previste quest’anno e presentate oggi parte forte dalle fiere internazionali, con le collettive di Prowein a Dusseldorf (19-21 marzo), il Vinitaly (Verona, 9-12 aprile) e Tuttofood (Milano, 8-11 maggio). Ancora mix cibo-vino a ottobre, con le rassegne di Anuga (Colonia), il Sana di Bologna e il Polagra Food in Polonia, mentre il vino marchigiano sarà protagonista per un anno a “Fico”, il nuovo parco tematico di Oscar Farinetti dedicato all’enogastronomia di qualità e alla biodiversità, in apertura nel prossimo autunno.

Numerosi anche gli appuntamenti extrafieristici: Collisioni di Barolo (luglio) sarà replicato con un’edizione jesina (a settembre) tutta dedicata al vino con 40 operatori internazionali del settore.
E il programma di incoming accompagnerà l’attività in Italia per tutto l’anno, con press tour dedicati in particolare alle due “nozze d’oro”, di Verdicchio di Matelica e Rosso Conero Doc ma anche a Bianchello del Metauro e Lacrima di Morro d’Alba e Colli Maceratesi.

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