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Ha conquistato il mondo con il suo gusto semplice da comprendere, ma anche perchè ha colmato il gap tra gli economici cava e gli Champagne entry level, e perchè ha creato nuove occasioni di consumo: il successo Prosecco secondo Wine Intelligence

Italia
Wine Intelligence, Prosecco ha conquistato il mondo con il suo gusto semplice da comprendere, ma ha anche creato nuove occasioni di consumo

Il successo del “sistema Prosecco” sta nei numeri: la produzione complessiva ormai ha superato i 500 milioni di bottiglie (tra le oltre 410 del Prosecco Doc e le 90 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, le cui colline sono fresche di candidatura a Patrimono Unesco, ndr), che finiscono per oltre l’80% all’export, con un aumento sia nei volumi che nei valori, anche nel mercato italiano. E se molti hanno sempre indicato la ragione principale di questo successo nel prezzo relativamente basso (e lo è sempre meno), o in generale più vantaggioso rispetto ai metodo classico italiani, e ancor di più allo Champagne, ora Wine Intelligence ha indagato più a fondo la questione. E la risposta è relativamente semplice.
Il Prosecco è diventato la “bollicina quotidiana” di milioni di persone nel mondo perché ha saputo conquistare, se non creare, occasioni di consumo che non erano proprie degli spumanti in generale. Sicuramente grazie ad un prezzo accessibile, ma anche ad un gusto generalmente più tendente alla dolcezza e con meno acidità di un metodo classico, per molti più semplice da comprendere, e, ovviamente, al suo essere made in Italy, che quando si parla di cibo e vino, e di stare a tavola, sottolinea Wine Intelligence, è un grande plus.

E così, se le occasioni tradizionali per il consumo di spumanti erano le occasioni speciali come cene romantiche, matrimoni, eventi e festività, il Prosecco è stato capace di sfruttare al massimo le tendenza generali della destagionalizzazione di consumi e delle bollicine a tutto pasto, che valgono per tutte le categorie, diventando assoluto protagonista anche in cene informali tra gli amici, pranzi e cene all’aperto, aperitivi, brunch, e così via. E in questo, sottolinea l’agenzia inglese, hanno influito molto anche l’innovazione nel packaging e nel marketing che molte realtà hanno messo in campo.
E uno dei punti di forza del Prosecco, soprattutto nei mercati esteri, è stato quello di essersi posizionato ben al di sotto dello champagne, ovviamente, ma anche un po’ sopra il Cava spagnolo, andando di fatto a colmare una zona vuota tra i prodotti entry level francesi, e le economiche bollicine spagnole.
Un successo dirompente, insomma, che ha portato tanti benefici alle cantine e ai territori, è che è stato fondamentale, soprattutto negli ultimi anni, per la crescita complessiva delle esportazioni italiane, trainate sostanzialmente dagli sparkling wine, con il Prosecco assoluto dominatore e protagonista. Ma, ovviamente, c’è anche il rovescio della medaglia. Come i tantissimi tentativi di imitazione alla contraffazione tout court, per esempio. O il fatto che anche realtà di altri Paesi, dagli Usa all’Australia, stiano sviluppando con rapidità ed grandi investimenti dei loro spumanti basati sulla Glera, l’uva da cui nasce il Prosecco. Un aspetto da non sottovalutare, e di cui tener conto per il futuro.

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